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L'omicidio di Willy Monteiro Duarte a Colleferro

Willy Monteiro Duarte, la storia dell’omicidio a Colleferro e le tappe della vicenda

La notte del 6 settembre 2021 moriva Willy Monteiro Duarte. Il ragazzo è stato ucciso dal branco a Colleferro, pestato per aver difeso un amico. Si attende la Cassazione, la sentenza d’Appello ha fatto cadere l’ergastolo arrivato in primo grado per il fratelli Bianchi e confermato 21 e 23 anni di reclusione per Pincarelli e Belleggia.
A cura di Redazione Roma
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La notte tra il 5 e il 6 settembre 2020 la vita di un giovane, Willy Monteiro Duarte, si è spenta per sempre. A soli 21 anni il ragazzo è stato vittima di una furia senza precedenti, pestato di botte fino a che non ha esalato l'ultimo respiro da un gruppo di ragazzi che nemmeno conosceva. Prevaricatori che erano lì solo per mostrare la nuda forza del branco e che hanno cominciato a colpire in maniera indiscriminata chiunque gli si parasse di fronte. Willy Monteiro Duarte è quello contro cui si sono accaniti di più. Imputati con l'accusa di omicidio volontario sono i fratelli Marco e Gabriele Bianchi, Francesco Belleggia e Mario Pincarelli.

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L'arrivo al locale e l'inizio della lite

L'omicidio di Willy Monteiro Duarte ha indignato l'Italia intera. La sera dei drammatici fatti il ragazzo era uscito con gli amici dopo aver staccato dal lavoro. Erano andati in un locale a Colleferro, per passare insieme la serata. Poi sarebbero tornati a casa, come ogni fine settimana. Quella sera però, era uscito anche il gruppetto composto dai fratelli Bianchi, Mario Pincarelli e Francesco Belleggia. Nomi conosciuti agli inquirenti (i Bianchi hanno precedenti per lesioni e spaccio di droga) ma soprattutto ai ragazzi che abitano ad Artena e nei comuni limitrofi e che più di una volta hanno avuto a che fare con la prepotenza del branco.

All'interno del locale Belleggia e Pincarelli iniziano a litigare con un gruppo di ragazzi. Pincarelli, infatti, ha molestato una giovane e il fidanzato è intervenuto per difenderla. Ne è nata una discussione che poi fuori dal locale si è trasformata in rissa. Ed è a quel punto che i fratelli Bianchi vengono chiamati per dare manforte agli amici in difficoltà. Arrivano a bordo di un Suv a tutta velocità, si gettano sulla folla e iniziano a colpire chiunque con calci e pugni. Sono lottatori professionisti di MMA, sanno dove colpire e sanno come fare male. Lo hanno già fatto in passato, picchiando altri giovani solo per mostrare la loro forza. E faranno la stessa cosa anche la notte del 6 settembre.

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Willy ha provato a difendere l'amico ed è stato aggredito

Cosa c'entra in tutto questo Willy Monteiro Duarte? Quando il 21enne vede la scena davanti al locale, si accorge che il ragazzo che viene picchiato mentre è a terra è un suo amico, Samuele. E fa ciò che gli viene più naturale: si avvicina per aiutarlo a rialzarsi e tirarlo via da quella rissa senza senso. Willy però non fa in tempo a dare la mano a Samuele che viene pestato ininterrottamente per non meno di venti secondi. Botte talmente forti che lo hanno lasciato esanime in terra.

Il gruppetto composto da Marco e Gabriele Bianchi, Mario Pincarelli e Francesco Belleggia si è allontanato a bordo del Suv. Sul posto sono arrivati immediatamente i carabinieri, con il maresciallo Antonio Carella tra i primi a soccorrere il ragazzo. "Sono rimasto accanto a Willy fino a quando i paramedici non l'hanno portato via, ero in pena per lui come fosse un figlio – ha dichiarato Carella al processo – Quella in cui è rimasto vittima Willy è stata una scena disperata, tra le più cruente alle quali ho assistito durante i miei anni di servizio".

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L'arresto dei fratelli Bianchi, Belleggia e Pincarelli

I ragazzi hanno mostrato al maresciallo foto e video della macchina su cui gli aggressori sono fuggiti. La targa corrispondeva all'auto del maggiore dei fratelli Bianchi (estraneo all'accaduto). I carabinieri hanno così raggiunto i quattro nel ristorante del fratello di Marco e Gabriele: hanno preso un caffè con loro per distendere la situazione, e poi gli hanno chiesto di andare in caserma con loro. Nel mentre è arrivata la notizia della morte di Willy. I quattro accusati di essere gli autori del pestaggio sono stati accusati prima di omicidio preterintenzionale, poi di omicidio volontario. Tra loro, solo Francesco Belleggia ha ottenuto i domiciliari: è stato il primo a parlare e a dare una versione credibile dell'accaduto. I fratelli Bianchi e Pincarelli sono stati invece trasferiti in carcere.

Willy Monteiro
Willy Monteiro

Il processo per l'omicidio di Willy Monteiro Duarte

Il processo per l'omicidio di Willy Monteiro Duarte è cominciato a giugno 2021. Da una parte i fratelli Bianchi, dall'altra Belleggia e Pincarelli. Quelli che un tempo erano amici si sono iniziati ad accusare l'uno con l'altro. Nel frattempo, mentre erano in carcere, i Bianchi sono stati condannati per droga e lesioni: la loro attività di guadagno principale, infatti, era lo spaccio di stupefacenti, che gli permetteva di avere un tenore di vita che altrimenti non avrebbero potuto avere. Numerose le testimonianze degli amici di Willy, che hanno puntato il dito contro i due lottatori professionisti di Mma, accusati di essere gli autori di pestaggi ad Artena e comuni limitrofi. L'accusa ha chiesto per loro l'ergastolo, mentre per Belleggia e Pincarelli sono stati chiesti ventiquattro anni di reclusione.

La sentenza di primo grado

Lunedì 4 luglio 2022 è stata emessa la sentenza di primo grado nei confronti dei fratelli Bianchi, Belleggia e Pincarelli. I primi due sono stati condannati all'ergastolo, Belleggia a ventitré anni di reclusione e Pincarelli a ventuno. Massimiliano Pica, legale dei Bianchi, ha definito la sentenza "un aborto giuridico", mentre Vito Perugini ha dichiarato che farà ricorso in appello per la condanna di Belleggia, l'unico ai domiciliari. Soddisfatta invece Loredana Mazzenga, l'avvocata di Pincarelli, che ha dichiarato come sia stato mostrato un ruolo marginale del suo assistito in tutta la vicenda.

La sentenza di secondo grado

I giudici della Corte d'Assise d'Appello hanno fatto cadere l'ergastolo per i fratelli Marco e Gabriele Bianchi, per tutti e due in secondo grado sono stati stabiliti ventiquattro anni di reclusione. Confermate le condanne a ventitré anni per Belleggia e a ventuno per Pincarelli. Manca la Cassazione, il cui verdetto potrebbe confermare o meno quanto deciso in Appello. I fratelli Bianchi in quella sede punteranno ad ottenere un ulteriore sconto di pena, con la richiesta tramite i propri legali di derubricare il reato loro contestato di omicidio volontario a preterintenzionale.

Articolo di Natascia Grbic e Alessia Rabbai

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