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Fa togliere i sigilli al ristorante dell’amico: le intercettazioni del sindaco di Anzio

Secondo quanto registrato nelle intercettazioni, sarebbe stato il sindaco di Anzio, De Angelis, a far rimuovere i sigilli dal ristorante dell’amico.
A cura di Beatrice Tominic
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Il ristorante Romolo al Porto ad Anzio, foto da Google.
Il ristorante Romolo al Porto ad Anzio, foto da Google.

Contatti con gli esponenti della ‘ndragheta del litorale laziale e intercettazioni telefoniche: questo è quanto sta creando dubbi sulla posizione del sindaco di Anzio, Candido De Angelis. Secondo quanto riportato da la Repubblica, come si legge negli atti dell'inchiesta Tritone svolta dalla Direzione distrettuale antimafia di Roma, il sindaco sarebbe stato intercettato: "Chiama Ierace e famme risolve sto problema", ha detto riferendosi al sequestro delle verande esterne di "Romolo al porto", un famoso ristorante della città finito nelle indagini della Dda sui clan rom Di Silvio e Travali. Il titolare, Walter Regolanti, avrebbe ricevuto delle minacce dai criminali del luogo.

Le intercettazioni con la polizia del settembre 2018

La telefonata intercettata risale al 19 settembre 2018 e vede, ai due capi del telefono, Regolanti e De Angelis, indagato con l'ipotesi di scambio elettorale politico-mafioso. "Scusa se ti chiamo da Ibiza ma… mentre io sto in vacanza… mi hanno…mi stanno sigillando il ristorante i vigili un'altra volta… sempre di nascosto e sempre quando non ci stiamo noi", gli ha detto il ristoratore. De Angelis, rivolto ad una terza persona, ha ordinato di chiamare Ierace, prima di essere ringraziato dallo stesso Regolanti. Fra i due, oltre al rapporto di conoscenza, ci sarebbe anche uno lavorativo: il primo cittadino, con la sua ditta Dean Pesca, rifornisce il locale. I carabinieri del Nucleo investigativo di Roma hanno poi nuovamente intercettato De Angelis che chiamava telefonicamente Sergio Ierace, all'epoca comandante della Polizia Locale: "Comandà", ha esordito il primo cittadino.

"Sì sindaco, allora guardi ci sono stati tre solleciti che io non ho visto, l'ultimo da parte dell’ufficio tecnico, e quindi sono andati a verificare… le ordinanze dell’ufficio tecnico su sollecito dell’ufficio tecnico hanno fatto tutto il resto. Poi ne parliamo", gli ha detto Ierace. "Ma non se pò annullà?", ha chiesto De Angelis. Il comandante: "Eh, come… hanno fatto già il verbale… eh, come faccio? Come faccio… non c’ho… per quello io volevo parlarne, ma tu dove stai?". E De Angelis, in risposta: "Io mo riscenno, che cazzo io però, così non me fanno…"

Le altre intercettazioni

Per la stessa ragione, il sindaco è stato sorpreso anche mentre chiamava l'assessore alle politiche del territorio Gianluca Mazzi: "Ma scusa n'attimo no … (bestemmia) amo deciso de fare il regolamento delle aree pubbliche… er 3 settembre Ermini manna a sequestrà n’artra vorta e verande", ha detto. L'assessore allora gli chiesto: "E perché sta cosa?" La risposta arriva subito: "Ma mo, mo dici a me… to dico a te… fai assessore. Chiama Ierace e famme risolve sto problema".

Lo stop del sequestro

Secondo gli inquirenti tutte queste operazioni hanno portato allo stop del sequestro: il 27 settembre successivo, come scrivono i carabinieri in un rapporto inviato ai pm Giovanni Musarò, Alessandra Fini e Francesco Minisci, il ristorante era regolarmente aperto e i clienti si trovavano a tavola nelle verande. Il quotidiano, infine, riporta che nel corso delle indagini è emersa "la condotta illecita del sindaco" che ha violato i principi del proprio ruolo amministrativo "abusando della propria qualità di pubblico ufficiale"  e "ha procurato a sé e ad altri un ingiusto profitto, intervenendo nei confronti della polizia locale" che aveva posto i sigilli al locale per violazioni amministrative". In altre occasioni, secondo le intercettazioni, De Angelis si sarebbe messo "a disposizione per qualsiasi cosa".

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