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Emergenza abitativa a Roma: 93enne muore in attesa della casa popolare assegnata

La storia di Aiele Sandri Ghidei testimonia l’urgenza della questione abitativa a Roma. Morta senza ricevere le chiavi della casa che le era stata assegnata, ora sua nipote e la sua pronipote rischiano lo sfratto.
A cura di Alessia Rabbai
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Morire in attesa di ricevere le chiavi della casa popolare assegnata. È successo a in zona Torrevecchia, dove un'abitazione di 50 metri quadri sarebbe spettata di diritto a Aiele Sandri Ghidei, una donna di novantatré anni di origine etiope ma residente a Roma. La sua storia è testimonianza dell'emergenza abitativa romana. A raccontare la vicenda è il sindacato Asia Usb. L'abitazione le risultava già assegnata già da quattro anni, ma non è mai riuscita ad entrarci. La storia di Aiele Ghidei e della sua famiglia parte dal centro di accoglienza alloggiativa del Comune di Roma (Caat), dove la donna viveva dal 2005 insieme alla sua famiglia, alla sua nipote e pronipote, una soluzione temporanea, nell'attesa che le venisse assegnato un alloggio Ater. Gli anni nel frattempo sono passati e l'assegnazione è arrivata nel 2018, quando il Dipartimento delle politiche abitative finalmente ha individuato un'abitazione idonea ad ospitarle, nel XIV Municipio di Roma. Un'assegnazione attesa per ben tredici anni ma che di fatto non è ancora diventata realtà.

Nipote e pronipote di Ghidei rischiano di restare senza casa

Successivamente la novantatrenne è morta, il 31 dicembre scorso. Ora la nipote quarantaduenne, che attualmente risulta assegnataria della casa e la pronipote di Ghidei rischiano entrambe di rimanere senza un posto dove stare e di finire per strada se non si interviene subito. Il motivo della disccrepanza sarebbe da ricercare nel fatto che la nipote quarantaduenne avrebbe superato di 500 euro la soglia 18mila nel suo Isee e ciò non le consentirebbe di vievre in un centro d'accoglienza. Soldi che di fatto la donna però non avrebbe preso. Tre mesi prima della scomparsa della nonna a quest'ultima, nipote e pronipote è arrivata la lettera di sfratto dal centro di accoglienza temporanea, perché di fatto sulla carta risulta che è stata loro assegnata una casa e dunque non possono più restare in via Farnia. Il sindacato ha preso in carico la vicenda, ha scritto all'assessore al Patrimonio e alle Politiche abitative nella Giunta capitolina Tobia Zevi e ad Ater, con la richiesta urgente rivolta agli uffici del Comune e dell’Ater di Roma di verificare la disponibilità della casa assegnata alla donna e a consegnarla al più presto alla sua famiglia.

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