Emanuela Orlandi, in commissione l’agente Gramendola: chi è e perché si presentò come “Leone”

Prevista per giovedì 15 maggio 2025 l'audizione dell'agente del Sisde Gianfranco Gramendola nell'ambito della commissione bicamerale d'inchiesta sui casi di scomparsa di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori. All'epoca, nel 1983, Gramendola lavorava nel Sisde, i servizi segreti italiani e si è occupato del caso di scomparsa di Emanuela Orlandi. Come lui, altri agenti del Sisde hanno preso parte al caso. Fra tutti, probabilmente, il più famoso è Giulio Gangi, morto qualche anno fa, di cui Gramendola era superiore. Gramendola, però, ha avuto un ruolo fondamentale per la scelta dell'avvocato Egidio da parte della famiglia Orlandi.
Chi è Gianfranco Gramendola e cosa c'entra col caso Orlandi: perché si è presentato come "Leone"
Gianfranco Gramendola nel 1983 era un agente segreto, considerato fra i pionieri del Sisde. Con Gangi, è stato fra gli agenti più vicini alla famiglia Orlandi. Dieci anni dopo, l'8 luglio 1993, Ercole Orlandi, padre di Emanuela, ha parlato del ruolo di Gramendola davanti alla giudice istruttrice Adele Rando (già ascoltata in commissione bicamerale, ndr) che, all'epoca, era titolare dell'inchiesta sulla scomparsa. "Era amico di Gangi e suo superiore – ricorda Ercole Orlandi – È lui che ci ha proposto di rivolgerci allo studio prospettandoci l'avvocato come una persona mandata dalla Provvidenza".
Alla famiglia Orlandi il carabiniere si era presentato come "dottor Leone", il nome in codice utilizzato dall'agente del Sisde mentre era in servizio.
L'avvocato Egidio e l'agente del Sisde Gramendola
Questa versione, ritrattata dallo stesso Gramendola, è stata invece confermata anche da Pietro Orlandi in tempi più recenti. "A presentarci l'avvocato Egidio è stato Gianfranco Gramendola, carabiniere del Sisde, nome in codice Leone. Quest’avvocato è la mano di Dio!, diceva l'agente. Poi fu lo stesso Egidio a dirci che si era occupato dei Rothschild16 e, mi pare, del caso Calvi. Era sempre lui, l'avvocato, ad andare a parlare con il cardinal Giovanni Battista Re, allora assessore della Segreteria di Stato", ha dichiarato Pietro Orlandi in un'intervista, come riportato dal libro firmato da Ferruccio Pinotti e Giancarlo Capaldo, La ragazza che sapeva troppo.
I sospetti di Gangi su Gramendola
Ciò che è certo è che l'avvocato Egidio non fu pagato dalla famiglia Orlandi. "Non abbiamo mai pagato neppure una lira, la questione economica era già stata sistemata prima che mi facessero firmare il documento preparato dal Sisde per la nomina del legale. Per giunta solo dopo vari anni mi hanno comunicato che con quella firma avevo nominato un altro avvocato, Massimo Krogh, come sostituto di Egidio in caso di suo impedimento", ha dichiarato un paio di anni prima di morire Ercole Orlandi.
A prendere parola, a dieci anni dalla scomparsa, proprio il sottoposto di Gramendola, Giulio Gangi, poi allontanato dai servizi segreti, che ha dichiarato di nutrire forti sospetti sull'operato del suo superiore. "Secondo me è una vicenda pericolosa – disse – Non so se la dottoressa Rando che fu titolare dell'inchiesta Orlandi fino all’archiviazione del 1997 abbia mai saputo questi retroscena. Ne dubito. Ho pensato e ripensato tante volte a questo individuo. Che razza di comportamento. E se fosse stato complice del rapimento?". Non si esclude che, nel corso dell'audizione, possa fare chiarezza su questo e