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Aggiornamenti sul caso Emanuela Orlandi

Scomparsa Emanuela Orlandi, muore agente segreto Gangi: è stato fra i primi ad indagare

È morto a 63 anni Giulio Gangi, l’agente Sisde fra i primi ad indagare sulla scomparsa di Emanuela Orlandi, poi allontanato dai servizi segreti.
A cura di Beatrice Tominic
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Manifesti con Emanuela Orlandi nella giornata del lancio di Vatican Girl su Netflix
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È morto a 63 anni Giulio Gangi, agente della Sisde che ha partecipato alle indagini per la scomparsa di Emanuela Orlandi. Quando la ragazza è sparita, nel giugno 1983, Gangi aveva appena 23 anni e sembrava destinato ad una lunga carriera. Circa 10 anni dopo, invece, è stato allontanato dal servizio segreto civile. Le sue indagini sono state considerate "inopportune", ma lui non ha mai espresso con chiarezza le ragioni. La sua morte arriva a qualche giorno da quella di Simona Maisto la pm che per quanto riguarda il caso di Emanuela Orlandi era stata titolare dell'inchiesta.

La morte

Il 63enne è stato rinvenuto senza vita all'interno della sua abitazione nel quartiere dell'Infernetto. È stato trovato morto da un suo amico discografico, Luigi Piergiovanni, che lo ha trovato sdraiato sul suo letto, morto da poco: a nulla sono serviti i tentativi per salvarlo. Gangi viveva in una dependance della villa di Piergiovanni da quando la sua anziana madre era morta

"A scoprire il corpo è stata mia moglie, allertata da un amico con il quale Giulio faceva spesso colazione in un bar poco distante, preoccupato perché non rispondeva al telefono – ha spiegato il discografico a il Corriere della Sera – La porta era chiusa dall'interno e lui si trovava sul letto, agonizzante. Abbiamo subito chiamato un'ambulanza, i medici hanno tentato di rianimarlo ma lo hanno dovuto trasportare all'ospedale Grassi: deve essere morto durante il tragitto, stroncato forse da un ictus". A fare chiarezza sarà l'autopsia. "Era molto provato a causa delle sue disavventure lavorative", ha poi aggiunto Piergiovanni, suo amico fin da quando erano più giovani. Poi però sembrava essersi ripreso in tempi recenti anche se soffriva di periodiche depressioni ed era ipocondriaco. Il caso su Emanuela Orlandi lo aveva provato molto.

"Avevamo appuntamento per la prossima settimana, chissà cosa avresti voluto dire – ha scritto il giornalista de il Corriere della Sera Fabrizio Peronaci – La tua generosità sul caso di Emanuela, nelle prime delicatissime indagini nella speranza di ritrovarla, ti aveva segnato profondamente. In fondo sei stato anche tu una vittima collaterale di quei tragici e inquietantissimi fatti".

La carriera di Gangi

Come anticipato, la carriera di Gangi nei servizi segreti si è interrotta presto, a metà degli anni Novanta. "La mia personale epurazione fu causata da un'operazione di Stato, legata a fatti di mafia, ancora più delicata della questione Orlandi", diceva, senza mai entrare nello specifico. Era stato fra i primi a presentarsi a casa della famiglia di Emanuela Orlandi, in veste di agente segreto e anche in quanto amico della cugina di Emanuela, conosciuta nell'estate precedente.

"Mi sono appassionato ad una famiglia disperata, anche se umanamente mi pesa dirlo – ha rivelato prima che l'inchiesta fosse archiviata – Quando Pietro Orlandi mi ha raccontato dell'uomo con la Bmw che aveva proposto ad Emanuela di pubblicizzare i prodotti in una sfilata, ho sentito una coordinatrice del brand di makeup che mi ha garantito di non avere rappresentati uomini né rapporti con le sorelle Fontana".

La ricerca della Bmw verde

Arrivato alla casa di moda, però, ha scoperto che altre ragazze si erano rivolte all'atelier dopo essere stare contattate da un uomo: "Mi sono messo a cercare la Bmw verde segnalata dal poliziotti davanti al Senato e ne ho trovato una simile. In un'officina mi hanno spiegato che l'aveva portata una donna, era di un suo amico ed aveva un vetro rotto. La donna viveva nel residence Mallia. Sono andato da lei, mi ha aperto con un vestitino leggerissimo: era bionda, sui trenta anni." Non poteva essere Sabrina Minardi, l'amante del boss Renatino De Pedis, che all'epoca aveva una ventina di anni.

"Quando le ho mostrato il tesserino mi ha risposto in maniera arrogante e mi ha detto che non mi avrebbe detto niente – ha continuato a spiegare – Una volta tornato in ufficio, il capo mi sollevato letteralmente da terra, la signora doveva avere contatti diretti. Deve aver preso il numero di targa e avermi segnalato. Ho pensato che fosse l’amante di qualche pezzo grosso, uno dei nostri papaveri…" Nel suo ultimo post su Facebook, pubblicato martedì primo novembre, ha scritto: "Puoi praticare tutte le "teorie" del mondo, ma se non hai accanto la fortuna è tutto inutile".

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