Emanuela Orlandi e Mirella Gregori, il presidente della commissione De Priamo: “Arriveremo a verità storica”

"Non siamo certi di riuscire, a fine della legislatura, a mettere la parola fine sui casi di scomparsa di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori. Il nostro obiettivo è pervenire a una verità storica solida e siamo convinti che questo potremo riuscire a farlo". A un giorno dal quarantaduesimo anniversario della scomparsa di Emanuela Orlandi, il 22 giugno 1983, sono queste le parole del presidente della commissione bicamerale d'inchiesta Andrea De Priamo.
Con una nota diffusa a mezzo social, il senatore ha rilasciato degli aggiornamenti sulle varie piste analizzate fino ad ora, a poco più di un anno dalla costituzione dell'organo parlamentare.

"Ad oggi è prevalente l'ipotesi che la vicenda di Mirella Gregori sia slegata da quella di Emanuela Orlandi", aggiunge, trovandosi in accordo con quanto già da tempo sostengono la sorella di Mirella, Maria Antonietta Gregori e i legali dei due casi, l'avvocata Laura Sgrò per la famiglia Orlandi e l'avvocato Nicodemo Gentile che assiste Gregori.
Il legame fra il caso Orlandi e il caso Gregori
Nonostante sia prevalente l'ipotesi che i due casi di scomparsa sia scollegati, De Priamo spiega che la commissione non esclude che le vicende siano state poi unite in seguito. "Non si è data, però, una risposta al fatto che le due vicende furono collegate e addirittura i telefonisti scelsero il caso di Mirella per imbastire una strategia finalizzata a mettere sotto pressione il Quirinale. Resta questo elemento, che non va sottovalutato, ma prevale l'ipotesi che le due vicende siano scisse", ribadisce ancora.

"Crediamo, unanimemente, che la verità sul caso Gregori si trovi nei pochi attimi legati al momento in cui uscì di casa, fermandosi circa venti minuti nel bar della famiglia De Vito (frequentato, stando a quanto raccontato da uno dei dipendenti, anche da Enrico De Pedis e Marco Accetti, ndr), si sarebbe confrontata con Sonia per poi uscire e dirigersi verso il monumento del Bersagliere e, probabilmente, non verso Villa Torlonia – precisa – È in quel contesto che dobbiamo insistere. La vicenda di Mirella sembra quella di una persona attirata con un tranello o l'inganno a un fantomatico appuntamento che è stato per lei fatale".

Commissione bicamerale d'inchiesta: le piste analizzate per i casi Orlandi e Gregori
"C'è un'incredibile serie di elementi e coincidenze che rendono credibili tutte le piste principali ed è un lavoro dunque complicato – esordisce in un'altra nota De Priamo – Non possiamo essere certi di arrivare alla fine della legislatura a dire parola fine sulla vicenda, ma siamo fiduciosi di arrivare scrivere almeno una verità storica e scartare definitivamente alcune piste che hanno fatto perdere anni agli inquirenti, allontanando dalla verità".
Poi ha iniziato a ripercorrere i vari filoni di indagine analizzati, a partire dalla trattativa Stato-Vaticano. "A mio avviso, viene oggi fortemente ridimensionata dopo la lunga e attenta audizione in cui l'ex procuratore Giancarlo Capaldo ha evidenziato che, obiettivamente, non c'è mai stata una trattativa legata alla riconsegna di Emanuela Orlandi o dei suoi resti in relazione alla sepoltura di Enrico de Pedis a Sant'Apollinare".

Il rapimento a scopo sessuale: dalla pista familiare alla tratta delle bianche
Fra le piste battute dagli inquirenti e analizzate dalla commissione bicamerale ci sono quelle che includono il rapimento a sfondo sessuale. "Si è poi parlato, e Pietro Orlandi ha spesso respinto con forza questa ipotesi, di un ipotetico coinvolgimento di qualche familiare – continua De Priamo – Su questo aspetto si è concentrata l'attenzione sulla figura di Mario Meneguzzi, zio della ragazza", ricorda.

"Anche in questo caso non è mai emerso alcun elemento di riscontro. Ma noi abbiamo l'obbligo di esaminare tutte le ipotesi di scenario, spesso dovendo fare un pesante lavoro di debunking di notizie e informazioni false – sottolinea – La Commissione sta facendo approfondimenti anche sulla questione delle presunte avances verbali che Meneguzzi fece verso Natalina Orlandi, sorella di Emanuela. Ad oggi non posso dire esistano collegamenti con la scomparsa di Emanuela".

L'ultima, infine, sembra essere stata smentita già nel 1987. "Si tratta della fantomatica pista della tratta delle bianche: l'anacronismo di questa ipotesi è al centro di una attenta verifica da parte della Commissione e penso sarà una delle prime sulle quali riusciremo a dare qualche elemento", conclude poi.