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Elena Vergari scomparsa da Ladispoli, una lettera anonima indica dov’è nascosto il cadavere

Elena Vergari è scomparsa da Ladispoli nel 2005. Una lettera anonima che indica il luogo esatto in cui sarebbe nascosto il cadavere potrebbe portare il giudice a disporre nuovi accertamenti.
A cura di Alessia Rabbai
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Elena Vergari e la lettera anonima che indica il luogo dell’occultamento del cadavere
Elena Vergari e la lettera anonima che indica il luogo dell’occultamento del cadavere

Una lettera anonima indica il luogo preciso in cui sarebbe nascosto il cadavere di Elena Vergari, scomparsa nel nulla da Ladispoli sul litorale della provincia Nord di Roma il 5 giugno del 2005 e mai più ritrovata. Un caso rispetto al quale la Procura della Repubblica di Civitavecchia, dopo anni d'indagini, ha chiesto l'archiviazione. Il fratello di Elena, Paolo, a fronte di questa novità chiede che l'area indicata nella lettera venga accuratamente perlustrata, per cercare i suoi resti con gli strumenti che le forze dell'ordine hanno in possesso oggi. "Desidero dare una sepoltura a mia sorella, dopo vent'anni". A raccontare gli ultimi aggiornamenti sulla vicenda è la trasmissione ‘Chi l'ha visto?' condotta da Federica Sciarelli su Rai 3 nella prima puntata della nuova stagione andata in onda ieri. L'appello è che si faccia avanti chi ha scritto la lettera, anche in forma anonima, per raccontare ciò che sa.

Una lettera anonima indica dov'è il cadavere di Elena Vergari

Nella lettera anonima viene indicato il punto esatto in cui sarebbe occultato il cadavere di Elena Vergari: si tratta di una zona di campagna a Ladispoli nei pressi di un piccolo tunnel distante circa 700 metri dall'abitazione in cui viveva. Nonostante la segnalazione, non risulta che siano state fatte ricerche approfondite. Suo fratello chiede che venga presa in considerazione la possibilità di perslustrare l'area con cani e altri strumenti all'avanguardia, nella lettera si parla di botole.

La storia di Elena Vergari scomparsa da Ladispoli

Elena Vergari quando è scomparsa aveva quarantasette anni, faceva la casalinga e viveva in un'abitazione in via Fratelli Cairoli a Ladispoli con marito, figlio e cane. Il marito in sede di denuncia ha raccontato che il giorno prima che Elena si allontanasse volontariamente da casa erano partiti per fare una gita al Lago di Bracciano, ma di aver cambiato destinazione durante il tragitto per raggiungere il cimitero di Vatopina, dove riposano i genitori di lei. Avrebbero deciso di dormire in macchina senza avvisare il figlio, che ha cercato senza sucecesso mettersi in contatto con loro. L'uomo ha raccontato che sarebbero ripartiti verso le ore cinque del mattino, entrando a casa senza svegliarlo.

Elena, sempre secondo il racconto del marito, sarebbe riscesa sotto casa dopo una discussione per poi allontanarsi. Da via Cairoli avrebbe camminato per oltre un chilometro fino a via Yvon De Begnac. Il marito ha spiegato di averla seguita a piedi e di averla vista salire da lontano a bordo di una Mercedes scura con targa straniera guidata da uno sconosciuto. Sarebbe poi tornato a casa dicendo al figlio che sua madre se n'era andata.

Dai tabulati il telefonino di Elena risulta spento dal giorno prima. Due giorni dopo la donna avrebbe inviato due messaggi scritti al telefonino del figlio da una cabina telefonica scrivendogli che non doveva preoccuparsi e che aveva intenzione di lasciare l'Italia, diventando irraggiungible. Un comportamento che il ragazzo ha definito strano. Gli inquirenti nel corso degli accertamenti non hanno trovato tracce ematiche della donna e dopo anni d'ingadini il pm ha chiesto l'archiviazione del procedimento a carico del marito.

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