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Droga dal Sudamerica a Roma in barattoli integratori: colpo al narcotraffico, arrestate 21 persone

Le 21 persone arrestate facevano parte di un gruppo criminale contiguo alla ‘ndrangheta. Grosse quantità, soprattutto di cocaina, venivano mosse dal Sudamerica e dirette verso Roma e provincia per essere immesse sulle piazze di spaccio. Spesso erano trasportate nei barattoli degli integratori per non destare sospetti.
A cura di Natascia Grbic
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Immagine di repertorio
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Ventuno persone sono state arrestate questa mattina dai carabinieri tra le province di Roma e Reggio Calabria: sono tutte accusate di far parte di un gruppo criminale contiguo alla ‘ndrangheta e operante nel settore del narcotraffico internazionale. Il gruppo è composto da soggetti italiani, prevalentemente romani e calabresi, e stranieri. Operavano tra Roma e provincia con intermediari sudamericani per l'acquisto della droga, che reperivano ingenti quantità di droga da immettere sulle piazze di spaccio. Da qui il nome dell'operazione, ‘Domingo'. Spesso, per eludere i controlli, le sostanze erano inviate all'interno di prodotti fitoterapici, in modo da non farle scoprire e passare inosservate. Durante le indagini è inoltre emerso che due uomini, uno detenuto nel carcere di Frosinone, l'altro nel carcere di Terni, continuavano a gestire i rifornimenti di droga a favore di alcuni collaboratori. Droga che poi veniva venduta sul mercato e i profitti divisi.

Secondo giorno di arresti a Frosinone in una settimana

È la seconda volta in meno di dieci giorni che Frosinone torna alla ribalta delle cronache per arresti che vengono fatti all'interno del suo territorio. Lo scorso 13 ottobre, gli agenti della Squadra Mobile hanno dato esecuzione all'operazione Bellini, portando 10 persone in carcere e una ai domiciliari. Sono tutte accusate di associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti. Il territorio su cui operavano era soprattutto quello di Ardea e Frosinone.Le indagini, partite anni fa, avevano mostrato come il gruppo era riuscito a entrare anche nel carcere di Frosinone tramite un agente della Polizia penitenziaria arrestato nel 2017. Addosso gli erano state trovate ingenti quantità di droga, più telefoni cellulari e gioielli. Gli erano stati consegnati dalla moglie di uno dei suoi corruttori, una donna che era arrivata al vertice dell'associazione criminale. La base da cui veniva venduta la droga era una palazzina di una zona popolare di Frosinone, organizzata con pusher e vedette.

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