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Dopo il caso Righi il post choc del prof dell’Orazio: “Mandano le figlie a scuola vestite da tro…”

Dopo la vicenda delle frasi sessiste della prof del Righi, scoppia il caso del posto su Facebook di un docente del liceo Orazio. Gli studenti annunciano mobilitazioni per la prossima settimana: “Ci battiamo per una scuola, nella quale nessuno debba vedersi giudicatə”.
A cura di Valerio Renzi
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"Oggi facciamo una preghiera, anche laica, per tutti quelli che mandano le figlie a scuola vestite come troie! Preghiamo insieme!". Lo screenshot ha cominciato a rimbalzare da una chat all'altra tra studenti, docenti e genitori. Il professore, è da qualche mese in servizio al liceo Orazio di Talenti, ma prima insegnava allo scientifico Righi dove è esploso il caso della docente che ha invitato una studentessa di sedicenne a coprirsi la pancia apostrofandola con un "ma che stai sulla Salaria?", dove notoriamente a Roma è forte la presenza della prostituzione.

Gli studenti annunciano proteste: "Basta sessismo a scuola"

A raccontare per prima la storia questa mattina sulle pagine della Repubblica è stata Valentina Lupia, e da ore all'Orazio non si parla d'altro. Il dibattito sul sessismo del docente sta coinvolgendo tutta la comunità scolastica e gli studenti del collettivo già annunciano azioni di mobilitazione. per la prossima settimana. "A pochi giorni dallo scandaloso commento di una professoressa del liceo Righi anche nel nostro Liceo Orazio leggiamo qualcosa di inammissibile: un docente invita sui social a fare una preghiera per tutti i genitori che mandano le figlie a scuola vestite "come troie". Nel 2022 e in un contesto scolastico è inaccettabile un così inadeguato uso delle parole, peraltro da parte di un professore, che dovrebbe istruirci e “aprirci la mente”, e invece esprime i suoi pensieri sessisti e retrogradi", scrivono gli studenti in una nota diffusa pochi minuti fa. "Siamo stufə di pregiudizi del genere, mirati a svalutarci come studentə ed individui, come se il nostro abbigliamento fosse causa e ritratto del nostro intelletto. Ci battiamo e continueremo a batterci per un ambiente scolastico equo ed inclusivo, nel quale nessuno debba vedersi giudicatə", concludono.

Rusconi (Associazione presidi): "Se è vero valutare licenziamento"

Mario Rusconi è il presidente dell'Associazione presidi di Roma, ed è intervenuto sulla vicenda interpellato dall'agenzia Ansa. "Se è vero che il docente ha postato sui social quella frase, non solo ha commesso una grave scorrettezza ma dovrebbe essere sospeso dall'insegnamento. Il preside poi dovrebbe avviare un procedimento disciplinare, a quel punto l'Ufficio scolastico regionale lo metto sotto accusa ed è prevista la rimozione dall'incarico fino al licenziamento. – ha spiegato – Se poi ci sono profili penali il preside deve mandare tutto alla procura della Repubblica e avviare un procedimento penale. Io mi muoverei così. Nel frattempo il docente può essere sospeso dal servizio in attesa del procedimento penale o disciplinare".

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