Dopo 700 controlli, chiusa la Casa Clandestina di Ostia: “Noi non ci fermiamo, è un’ingiustizia”

Un sequestro preventivo e una chiusura disposta senza una data di fine. Dalla mattina del 9 maggio la serranda della Casa Clandestina di Ostia è chiusa. La contestazione? Disturbo alla quiete pubblica in seguito ad alcuni esposti presentati da alcuni residenti (una in particolare secondo il titolare del locale). Il risultato è una sequestro disposto dal Tribunale di Roma e nessuna data o spiraglio di riapertura.
Una doccia fredda per il giovane proprietario Diego Giannella che quella mattina ha trovato davanti al suo locale cinque pattuglie della municipale e tre moto. La notizia è stata comunicata attraverso un lungo post sui social de La Casa Clandestina: “Avete chiuso uno spazio che faceva studiare e lavorare centinaia di persone in maniera totalmente gratuita- scrive sui suoi social- ospitava centinaia di artisti di ogni genere, dalla pittura alla poesia, dai musicisti agli scrittori, abbiamo ospitato e portato ad Ostia personaggi di grande spessore, molto famosi, la casa dava spazio a mille mila generazioni, dai bambini agli anziani over 90. Diciamocelo, La Casa Clandestina è la Casa della cultura" si legge nella didascalia allegata ad una foto di Diego Giannella seduto di fronte al suo locale chiuso.
La solidarietà
La notizia ha generato subito un'ondata di indignazione virtuale e non. "Qui vengono persone di tutte le età e di tutti i tipi. racconta Diego – chi si lamenta della Casa si può contare sulle dita di una mano mentre sono tantissimi i residenti che ci hanno espresso solidarietà in questi giorni. Siamo stati sommersi dal loro affetto". Il martedì successivo Diego e lo staff della Casa hanno chiesto ai loro clienti di raggiungerli di fronte al locale per partecipare ad una raccolta firme. "Si sono presentate più di 4mila persone" ci tiene a precisare Diego.
Oltre ad un punto di aggregazione chiuso, stiamo parlando anche di sedici lavoratori rimasti a casa e che a breve probabilmente dovranno essere messi in cassa integrazione. "Io non ho mai capito tutto questo accanimento nei nostri confronti, siamo il locale più controllato dai vigili, dai nas, dalla polizia. Abbiamo collezionato oltre 700 controlli in sei anni di attività, credo che sia un vero record. Ma non pensavo che saremmo arrivati a tanto. Noi però non ci arrendiamo, grazie anche al sostegno dei nostri clienti che ogni giorni ci chiedono quando riapriamo. Sappiamo di essere nel giusto perché il nostro locale è insonorizzato all'interno e stiamo molto attenti ad evitare schiamazzi anche all'esterno. Abbiamo messo tutto in mano ad un avvocato e ora non ci resta che aspettare".