Detenuto di Regina Coeli evade dall’ospedale Santo Spirito durante una visita: era in attesa di giudizio

Era stato accompagnato in ospedale dalla polizia penitenziaria per una visita medica. Una volta arrivato al Santo Spirito, poco distante dal carcere in cui era detenuto, Regina Coeli, ha approfittato di un momento in cui è rimasto solo per fuggire. L'allarme è scattato poco dopo. Da quel momento sono subito iniziate le ricerche dell'uomo, un quarantacinquenne di origine pugliese di Mesagne che si trovava nell'istituto in attesa di primo giudizio per rapina.
Evade da Regina Coeli durante una visita in ospedale
I fatti risalgono alla mattinata di ieri, venerdì 13 giugno 2025. Il quarantacinquenne era stata accompagnato al Santo Spirito per una visita, quando è riuscito a sottrarsi all'attenzione della polizia penitenziaria e a fuggire. Le ricerche sono scattate in tutta Roma e anche fuori dalla capitale.
"La priorità è ritrovarlo – ha spiegato Maurizio Somma, segretario per il Lazio del Sappe – Poi dovremmo anche analizzare e rivedere il sistema sanitario che prevede ricoveri facili: spesso quelli che vengono evidenziati come casi di codice rosso in ospedale non sono ritenuti urgenze".
La notizia dell'evasione: "Ancora un problema di organico nella pentenziaria"
A rendere noto l'accaduto, è stato Massimo Costantino segretario generale Fns Cisl Lazio che ne ha approfittato per ribadire la carenza di organico di agenti della penitenziaria nel carcere in cui era detenuto il quarantacinquenne: "A Regina Coeli ci sono circa 130 agenti, pari al 26%, in meno del previsto, mentre i detenuti sono più di quanto dovrebbero: il sovraffollamento è del 187,2%. È uno dei più sovraffollati di Italia". Una condizione che, però, il sindacato denuncia da tempo.
Gli fa eco Donato Capece, segretario generale dello stesso sindacato: "Spesso gli agenti lavorano senza essere retribuiti degnamente, con poca formazione e aggiornamento professionale, impiegati in servizi quotidiani ben oltre le 9 ore di servizio, con mezzi di trasporto dei detenuti inidonei a circolare".