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Cumuli di rifiuti tossici dati alle fiamme senza sosta a Roma nord: arrestati cinque uomini

Una banda di cinque uomini appiccava regolarmente roghi tossici in un terreno privato tra il cimitero Flaminio e il fiume Tevere. Tra i cumuli dati alle fiamme rifiuti speciali e ingombranti. Ieri mattina la Polizia Locale è entrata in azione dopo mesi di indagini e ha arrestato l’intera banda in flagranza di reato. Ora il processo con rito direttissimo per reati ambientali.
A cura di Luca Ferrero
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Frigoriferi, reti, sedie, casse di plastica: accumulati e dati alle fiamme in un terreno privato su via Tiberina, tra il cimitero Flaminio e il fiume Tevere. Ieri mattina cinque uomini sono stati colti in flagranza di reato dagli agenti della Polizia Locale di Roma Capitale. Sono stati arrestati e ora aspettano di essere processati con rito direttissimo.

Rifiuti speciali dati alle fiamme a due passi dal Tevere

Avevano appena appiccato il fuoco quando gli agenti della Polizia Locale e dell'Unità Spe (Sicurezza Pubblica Emergenziale) hanno fatto irruzione nel terreno su via Tiberina. Nel video delle forze di Polizia si vede ancora il fumo fuoriuscire dal grande cumulo di rifiuti speciali e ingombranti. I caschi bianchi, diretti dal Vice Comandante Dott. Stefano Napoli, sono entrati in azione alle 12 di ieri mattina ma erano sulle tracce della banda da tempo. L'operazione, infatti, è arrivata dopo mesi di indagini con droni e pedinamenti. Secondo gli investigatori, quella a nord di Roma sarebbe una vera a propria area di smaltimento illecito di rifiuti. I cinque uomini, che occupavano alcune baracche nello stesso terreno, bruciavano regolarmente ogni tipo di rifiuti, sia all'aria aperta che all'interno di una struttura in muratura. Gli agenti della Polizia Locale hanno posto sotto sequestro l'intera area: requisiti anche i rifiuti presenti all'interno e un grande veicolo con dentro pezzi di arredamento da dare alle fiamme.

Cinque uomini accusati di deposito incontrollato di rifiuti e combustione illecita

Ora, i cinque uomini arrestati verrano processati con rito direttissimo. L'accusa è di reati ambientali, dal deposito incontrollato di rifiuti alla combustione illecita. Ma le indagini non sono finite. Gli investigatori si stanno concentrando sulla provenienza dei mezzi usati per trasportare i rifiuti da smaltire e ulteriori accertamenti sono in corso anche sul mercato del materiale ferroso ricavato dai roghi.

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