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“Costretta a mettere il burqa e sposarmi”: chiuse le indagini sui genitori della 14enne di Ostia

La procura ha chiuso le indagini, i genitori della 14enne rischiano il processo. La ragazzina si trova ora in una comunità protetta.
A cura di Natascia Grbic
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Un uomo e una donna di origine bengalese residenti a Ostia, genitori di una ragazzina di quattordici anni, rischiano di finire a processo con l'accusa di maltrattamenti familiari e induzione al matrimonio. Secondo quanto riportato da Il Corriere della Sera, le indagini riguardo questi episodi di violenza sono state chiuse. A denunciarli è stata proprio la figlia nel 2021, scrivendo in un tema scolastico che amava l'Italia per l'indipendenza delle donne, mentre lei era costretta a portare il velo. "Voglio fare la chirurga, invece sono costretta ad andare in Bangladesh e sposarmi", le parole scritte nel tema. La ragazza ha denunciato i genitori ed è stata trasferita in una casa famiglia: loro sono stati raggiunti dal divieto di avvicinamento, non possono avere nessun contatto con lei. Sotto inchiesta da parte della procura dei minori anche il fratello della 14enne, che più di una volta l'avrebbe picchiata, facendole uscire anche del sangue dall'orecchio.

Secondo quanto denunciato dalla ragazzina ai carabinieri, erano soprattutto la madre e il fratello a sottoporla costantemente ad abusi fisici e psicologici. Le imponevano di indossare il velo e rispettare rigidamente le regole della religione islamica. La 14enne era controllata in modo ossessivo: non poteva uscire con i compagni di classe, doveva far leggere a fratello e genitori le chat sul cellulare, e se si ribellava veniva picchiata. Non solo: il padre voleva che si sposasse con un connazionale, un uomo sconosciuto del Bangladesh che non aveva mai visto. Ed è proprio per la paura di questo matrimonio che la ragazza ha deciso di scappare di casa e andare dai carabinieri per denunciare i genitori. "I genitori sono venuti in Italia per farla studiare – ha dichiarato a Il Corriere della Sera l’avvocata Lucia Gasperini, legale dei due genitori – Mai le hanno imposto il burqa. L’hanno educata secondo le loro tradizioni, perché cosi sono cresciuti. Soffrono nel non vederla da mesi, ma se la ragazza vuole seguire altre regole, non la bloccheranno: altrimenti non sarebbero venuti in Italia".

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