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Covid 19

Coronavirus Roma, bollettino Spallanzani 30 settembre: 131 ricoverati, 13 in terapia intensiva

Sono 131 le persone ricoverate all’ospedale Spallanzani di Roma, otto in meno di ieri. Tredici invece i pazienti ricoverati in terapia intensiva. “I pazienti dimessi e trasferiti a domicilio o presso altre strutture territoriali sono, a questa mattina, 751”, aggiunge l’istituto. Sono oltre 7mila i positivi nel Lazio.
A cura di Natascia Grbic
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Sono 131 le persone ricoverate in questo momento all'Istituto nazionale di malattie infettive Lazzaro Spallanzani di Roma, otto in meno di ieri. I pazienti più gravi che necessitano di supporto respiratorio e quindi si trovano nel reparto di terapia intensiva sono 13, lo stesso numero di ieri. Lo ha dichiarato l'ospedale nel consueto bollettino giornaliero con cui informa sull'andamento della pandemia. "I pazienti dimessi e trasferiti a domicilio o presso altre strutture territoriali sono, a questa mattina, 751", aggiunge l'istituto.

Da settimane nel Lazio sono in aumento i casi di coronavirus. Dopo le ferie estive, i rientri dall'estero e il boom di positivi di ritorno dalle vacanze in Sardegna, nel Lazio ci sono oltre duecento casi al giorno, con numeri che non si vedevano nemmeno durante il lockdown. Un aumento che sta facendo considerare alla Regione Lazio la possibilità di inserire l'obbligo di mascherina anche all'aperto, se la situazione nei prossimi giorni dovesse subire un peggioramento. Solo ieri sono 219 i positivi registrati in tutto il territorio, di cui 115 nella città di Roma. In tutto sono oltre 7mila le persone che hanno contratto il coronavirus all'interno della regione.

Da lunedì cominciano i test salivari nelle scuole. Lo ha annunciato il direttore sanitario dell'ospedale Spallanzani Francesco Vaia, precisando che si aspettano di valutare circa 800mila ragazzi. "Il test salivare – ha dichiarato – Ci dà grande attendibilità e affidabilità se usato nel modo giusto, ovvero per fare grandi attività di testing che deve essere attività prevalente che la sanità pubblica deve porsi". E ha poi precisato che i test rapidi "devono essere usati per fare screening in popolazioni in cui è presumibile la presenza del virus, se poi c'è un sospetto positivo, va poi confermato con un secondo test, che è quello che poi fa scattare il contact tracing e isolamento".

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