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Condannato Ranieri Piccolomini: il Conte Nero discendente di Papa Pio II rimane in carcere

Ranieri Adami Piccolomini, il Conte Nero, 48 anni, chiamato così per le sue simpatie di estrema destra, è stato riconosciuto responsabile di porto abusivo di armi da fuoco. Lo scorso giugno era stato fermato per le strade di Trastevere dove si aggirava dopo aver rubato la pistola del padre. Una lunga lista di precedenti, rimane in carcere, ma per la difesa la sua condizione psichica non è compatibile con la detenzione carceraria.
A cura di Redazione Roma
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Ranieri Adami Piccolomini rimane in carcere vista la sua pericolosità sociale. È la decisione dei giudici della Seconda Sezione che lo hanno condannato a tre anni e due mesi. Il Conte Nero, 48 anni, chiamato così per le sue simpatie di estrema destra, è stato riconosciuto responsabile di porto abusivo di armi da fuoco: lo scorso 18 giugno si aggirava in evidente stato di alterazione per le strade di Trastevere con una pistola rubata in casa al padre e 25 proiettili. L'uomo per ora rimane in cella a causa della sua fedina penale, dove ha collezionato una gran quantità di reati anche gravi: rissa, tentato omicidio, spaccio di stupefacenti.

Ai carabinieri che lo fermano dice: "Sono un marines"

I carabinieri al momento dell'arresto lo avevano intercettato su Ponte Sisto dopo la denuncia della sorella, preoccupata per essersi resa conta del furto dell'arma dall'abitazione paterna. Quando i militari lo intercettano e gli chiedono cosa faccia in giro armato, Piccolomini risponde soltanto "sono della Navy Seals". I carabinieri decidono di ammanettarlo per evitare qualsiasi problema ma il 48enne non oppone resistenza al fermo poi tramutato in arresto.

La difesa: "Condizioni psichiche incompatibili con il carcere"

Durante le ore successive ripeterà a chi lo interroga che è un marines statunitense, come riportato dal Corriere della Sera. Successivamente in aula non aggiungerà invece più nulla durante il processo con rito abbreviato. Secondo Ivan Vaccari, il legale che difende Piccolomini, le condizioni del suo assistito sono incompatibili con la detenzione carceraria, che risulterebbe inoltre ingiustificata a fronte di una condanna così esigua. Il suo stato mentale, e quindi la sua pericolosità, per la difesa rischiano di essere aggravate dalla detenzione.

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