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Chiuso ristorante dello stabilimento a Fiumicino: risse tra ubriachi e violazione norme anti Covid

Chiusi il ristorante e il bar dello stabilimento Neri Village di Fiumicino per trenta giorni. Il provvedimento del Questore di Roma dopo i numerosi interventi per risse e disturbo della quiete pubblica, durante i quali sono stati segnalate anche violazioni amministrative e delle norme anti coronavirus.
A cura di Redazione Roma
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Le forze dell'ordine hanno chiuso il bar e il ristorante dello stabilimento Neri Village di Fiumicino, noto per le attività sportive e di fitness sulla spiaggia. L'ordine del Questore è arrivato dopo che alcuni controlli hanno evidenziato il mancato rispetto delle norme anti contagio da coronavirus, e dopo diversi episodi di risse e intemperanze.

Lo scorso 10 maggio ad esempio gli agenti sono stati accolti da insulti e minacce quando hanno effettuato un controllo, e pochi giorni dopo sono state riscontrate violazioni delle norme anti Covid e diverse violazioni amministrative. Rimane invece aperta la spiaggia e l'attività di affitto di ombrelloni e lettini.

Amarezza da parte del titolare che sulla stampa locale parla di una "persecuzione". “Veniamo penalizzati perché sono pregiudicato – spiega Fabio Fabi – Ho precedenti, è vero, ma già in carcere ho studiato e lavorato per prendere il diploma da cuoco e pasticcere. Ho allontanato tutte le cattive compagnie, ho prestato anche servizio come volontario ad Amatrice colpita dal terremoto e oggi lavoro dalle sette del mattino fino alle due di notte gestendo la sala ristorante”.

Chiuso il Neri Village di Fiumicino: il provvedimento del questore

Ancora a giugno maxi risse ed episodio di intemperanze si sono registrati negli ultimi giorni di giugno. Da qui il provvedimento del Questore a tutela della sicurezza pubblica che dispone la chiusura del locale per un mese. Stagione finita dunque per il bar e il ristorante Neri Village in base all'articolo 100 Tulps, che permette la sospensione della licenza dove siano "avvenuti tumulti o gravi disordini, o che sia abituale ritrovo di persone pregiudicate o pericolose o che, comunque, costituisca un pericolo per l’ordine pubblico, per la moralità pubblica e il buon costume o per la sicurezza dei cittadini".

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