Minacce al sindaco Gualtieri dopo la demolizione di ville abusive, individuato l’autore in carcere

Sarebbero arrivate da un telefonino detenuto illegalmente nel carcere di Frosinone le minacce al sindaco di Roma Roberto Gualtieri e alla sua famiglia. A scoprirlo gli investigatori, che hanno sequestrato lo smartphone di "Silvio Silvietto", Braidich Johnny, ventinove anni, attualmente recluso nel penitenziario. Intimidazioni che il detenuto avrebbe fatto arrivare al primo cittadino proprio dalla sua cella, a seguito delle demolizione di due ville abusive a Roma.
Sul caso la Procura della Repubblica di Tivoli ha aperto un'inchiesta in merito alla quale indagano i carabinieri e la guardia di finanza. Gli accertamenti sono scattati a seguito di alcuni messaggi minacciosi arrivati a Gualtieri sui social network nei giorni scorsi. Intimidazioni che nello specifico fanno riferimento all'operazione del 28 ottobre 2025, quando due famiglie sono state sgomberate e due ville abusive, considerate roccaforte dei clan sinti e fortini per lo spaccio, demolite.
Il messaggio comparso su Facebook era postato da un certo "Silvio Silvietto". Si tratta appunto di Braidich Johnny, membro della famiglia Konalov, detto appunto "Silvio". Gli accertamenti delle forze dell'ordine hanno condotto a lui, che però è detenuto. Inizialmente si ipotizzava che qualcun altro avesse accesso al suo profilo social fuori dal carcere. Come riporta La Repubblica invece successivamente è emerso che le minacce arrivavano dall'interno dell'istituto penitenziario, attraverso un telefonino detenuto illegalmente e usato da Braidich Johnny.
La polizia penitenziaria ha perquisito la sua cella e ha trovato lo smartphone. In un video, armato di fucile da guerra, minacciava Gualtieri e la sua famiglia: "Questo è per te, sindaco, e per la tua famiglia. Come ha buttato giù la nostra casa, io butterò la sua. Tempo al tempo. Lo Stato non mi fa paura". Altre minacce sono state lasciate sotto alla foto di una delle villette demolite: "C'era tutta la mia vita, la mia famiglia, la mia infanzia, il mio tutto – si legge sotto a un altro post – Siete pregati di parlare con rispetto.
Nessuno ha levato niente a nessuno: loro hanno levato un tetto a una famiglia", continua. E ancora: "Ma tanto chi li ha portati a questo pagherà. Altro se pagherà. Dio è grande". Nella serata di ieri carabinieri e agenti hanno fatto un blitz alle porte di Roma nella zona di Valle Martella nel quadrante Sud-Est, dove si sono sistemate le famiglie sgomberate. Le forze dell'ordine hanno svolto delle perquisizioni alla ricerca di armi, che non hanno trovato.