Caso Orlandi, chi è Pietro Meneguzzi: perché si è tornati a parlare dello zio Mario nella scomparsa di Emanuela

Mentre la commissione bicamerale d'inchiesta sui casi di scomparsa di Mirella Gregori ed Emanuela Orlandi continua gli approfondimenti verso la pista dei cinematografari, negli ultimi giorni c'è chi è tornato a parlare della pista familiare, che vedrebbe lo zio di Emanuela, Mario Meneguzzi, coinvolto nella scomparsa. Un'ipotesi da sempre respinta con fermezza dalla famiglia di Emanuela Orlandi, a partire dal fratello della giovane, Pietro.
Le dichiarazioni di Pietro Orlandi
"Per me è un ennesimo depistaggio, che questa volta arriva in maniera più pesante – ha dichiarato Orlandi a Fanpage.it una volta emersa la notizia di indagini e perquisizioni risalenti ad anni fa e già archiviate dagli inquirenti – Leggo titoli falsi che danno per certa questa pista. Perquisizioni avvenute non ora come vogliono far credere, ma diverso tempo fa ma che non hanno portato a nulla, come era logico, e sono state totalmente inutili. Evidentemente per qualcuno tornare a depistare è necessaria per allontanare dalla verità", ha spiegato.
"Se fosse tutto vero, Wojtyla sarebbe il primo depistatore, raccontando una menzogne, assicurandoci che Emanuela era vittima del terrorismo internazionale. E quindi lo avrebbe detto per proteggere mio zio? – ha poi rincarato la dose – Anche il Vaticano per anni ha avuto un atteggiamento di chiusura, raccontando bugie e non collaborando con gli inquirenti, respingendo rogatorie internazionali e quindi subendo i dubbi e le accuse di mezzo mondo. Per coprire mio zio?"
Caso Orlandi, chi è Pietro Meneguzzi
Mario Meneguzzi, lo zio degli Orlandi, è morto da anni. "Lui non si può più difendere. Ma c'è chi da due anni ripropone questa pista e continua a fare di tutto, con infamia, per allontanare la verità sulla scomparsa di Emanuela Orlandi da ambienti ecclesiastici e non solo. Sicuramente è pesante sopportare". A rompere il silenzio, nei giorni scorsi, è stato il figlio dello zio Mario e cugino dei fratelli Orlandi, Pietro Meneguzzi. Oggi il suo intervento è atteso a Chi l'ha visto?, su Rai Tre.
"Per me Pietro è stato ed è la persona che, fra tutte, più mi è stata vicina dopo la scomparsa di Emanuela, è un paio di anni più piccolo di me, ma è sempre stato il primo a supportarmi – ha spiegato più volte Orlandi – Mio cugino e la sua famiglia ci sono stati vicino fin da subito, nei primi mesi dalla scomparsa e oltre. Ci hanno aiutato, si sono messi a nostra completa disposizione. Senza di loro saremmo stati totalmente persi. Se non ci fosse stato mio zio a rispondere al telefono tutto il tempo, mio padre sarebbe stato perso. Come me. Viveva in quel mondo in cui ci chiedevamo cosa fare, se non ci fossero stati loro non so come avremmo fatto".
Scomparsa di Emanuela Orlandi, perché ciclicamente si torna a parlare della pista familiare
Lo zio Mario Meneguzzi, su cui in un primo momento dopo la scomparsa di Emanuela si sono concentrate le indagini, soprattutto dopo aver notato la somiglianza dell'uomo con l'identikit della persona che si trovava sotto al Senato nel pomeriggio in cui Emanuela è scomparsa. Ogni accertamento effettuato non ha mai avuto riscontri o esiti positivi. Da un paio di anni si è tornati a parlare di questa pista, che ciclicamente torna nell'occhio del ciclone. Nell'estate di un paio di anni fa è riemersa a seguito delle dichiarazioni di molestie subite da parte dello zio da una delle sorelle di Emanuela, Natalina.
Negli ultimi giorni se ne è tornati a parlare dopo la presentazione di quello che sarebbe un documento dei servizi segreti con alcune pagine strappate. E poi, ancora più recentemente, dopo alcuni accertamenti e perquisizioni nella casa dei Meneguzzi a Torano, in provincia di Rieti e dove una delle sorelle di Pietro Meneguzzi ha conosciuto l'agente segreto Marino Vulpiani, chiamato mesi fa anche in commissione d'inchiesta.
La politica che punta il dito contro la famiglia Orlandi
La pista viene spesso riproposta anche da personalità istituzionali. È il caso, ad esempio, del senatore Maurizio Gasparri che ha sostenuto quanto dichiarato dal giornalista Pino Nicotri. Quest'ultimo, in commissione, aveva dichiarato: "Credo che sia stato un normale caso di violenza, una prepotenza finita male da parte di persone nel giro della famiglia: un amico dei genitori, un cugino o uno zio", ha dichiarato in commissione bicamerale dove Gasparri non ha mancato di far sentire il proprio appoggio e supporto a questa possibilità.
"Si sta cadendo nel ridicolo. Chi poteva considerare risolutiva e istruttiva l’audizione di Nicotri se non Gasparri? Tutto ciò è veramente imbarazzante e allucinante, stanno giocando sulla vita delle persone. Ma non si vergognano?", è stato il commento di Pietro Orlandi in quell'occasione.