Caso Emanuela Orlandi, perché Laura Casagrande è stata indagata: nei suoi racconti 19 “vuoti di memoria”

Continuano i colpi di scena sul caso di Emanuela Orlandi, la giovane di cui non si ha alcuna notizia dal 22 giugno 1983. L'ultimo riguarda Laura Casagrande, la compagna di scuola di musica che è tra le ultime persone ad aver visto Orlandi e che, l'8 luglio 1983, ha ricevuto la telefonata dal sequestratore (l'Americano) che ha rivendicato il rapimento della ragazzina e ha dato istruzioni sul da farsi.

La donna, oggi 57enne, è infatti indagata per false informazioni all'autorità giudiziaria.
Come spiegato dal quotidiano Il Corriere della Sera, i suoi racconti sarebbero stati troppo lacunosi e spesso accompagnati da "non ricordo". Durante la deposizione che ha fatto davanti alla Commissione parlamentare, che indaga sulla scomparsa della cittadina vaticana, sarebbero stati almeno diciannove i "non ricordo".
A giugno 2024 proprio il presidente Andrea De Priamo, dopo averla congedata, l'aveva ammonita dicendole che sarebbe stato buono se, facendo mente locale sugli ultimi momenti in cui è stata vista Orlandi, "potesse tornare su quanto le è purtroppo rimasto completamente oscuro".
Durante l'audizione, ha fornito dettagli sulla telefonata ricevuta l'8 luglio e anche su cosa è accaduto quel giorno sostenendo che Orlandi sia stata adescata: "Quello che mi sono sempre chiesta è come abbia fatto a fidarsi e ad andare con qualcuno", ha detto.
Ma dei momenti cruciali, non ha alcun ricordo. Per esempio, non avrebbe alcuna memoria di aver camminato sullo stesso marciapiede di Corso Rinascimento su cui camminava Orlandi prima di salire sull'autobus: "Di un'immagine di Emanuela che cammina sul marciapiede non ho ricordi". E quando le è stato fatto notare che è difficile credere che si sia dimenticata di averla vista proprio il giorno di scomparsa, ha ribadito di avere proprio "un vuoto totale".
Così come non ricorda se, quando uscivano dalla scuola di musica, abbiano mai fatto la strada per tornare a casa insieme. E ancora: non ricorda chi possa averle presentate o che suora Dolores, che si trovava alla scuola di musica nei giorni successi, l'abbia convocata per farle vedere delle foto.
Non ricorderebbe nemmeno la lunghezza dei capelli della giovane compagna. Vuoti di memoria che Casagrande ha motivato ribadendo che all'epoca era solo "una bambina di quattordici anni", ma che potrebbero essere giustificati ancora oggi dalla paura. La stessa che ha provato subito dopo la scomparsa dell'amica: "Ebbi paura. Andai per due mesi in un luogo segreto in Umbria", ha sempre raccontato durante l'audizione.
Ma nonostante questo proprio per quei racconti che appaiono lacunosi, la donna è al centro di indagini. Casagrande è stata ascoltata dal pubblico ministero Stefano Luciani. Per il momento, le sue parole sono coperte dal massimo riserbo.