Cartellone abusivo uccide due ragazzi: ex dirigente del Campidoglio a processo per omicidio colposo
Francesco Paciello è stato rinviato a giudizio con l'accusa del reato di duplice omicidio colposo. L'uomo, sessantuno anni, a capo del dipartimento Sport e Politiche giovanili e all'epoca dei fatti dirigente in Campidoglio dell'unità Affissioni e pubblicità, è ritenuto responsabile dell'incidente stradale in cui sono morti nel 2011 Enis Kraja, 30 anni, e la sua amica Iana Dogot, ventinovenne, che si sono schiantati a bordo di un motorino contro un cartellone abusivo che non è stato rimosso. Come riporta Il Corriere della Sera, questa la decisione del giudice dell'udienza preliminare, a nove anni dall'accaduto. Ora Paciello dovrà affrontare il processo il cui inizio è fissato in calendario per maggio 2021 e rispondere della sua condotta negligente, dopo che il gup ha accolto la richiesta formulata dal pubblico ministero. Insieme a lui, con la stessa accusa, sono stati rinviati a giudizio anche Vincenzo Frustaci e Salvatore Accetta, amministratori delegati della società Pes, proprietaria dell’impianto.
Paciello multato per il cartellone abusivo
Paciello, a febbraio 2011, otto mesi dall'incidente stradale, in cui ha perso tragicamente la vita la coppia di amici, ha ricevuto una multa dai vigili urbani perché il cartello non poteva stare nel punto in cui si trovava. Ma secondo quanto emerso in sede d'indagine, nonostante la sanzione, non si è attivato per avviarne la rimozione, così come Frustaci e Accetta. Così il cartello è rimasto in strada.
L'incidente in cui sono morti Enis Kraja e Iana Dogot
L'incidente stradale in cui sono morti Enis Kraja e Iana Dogot risale alla notte del 2 novembre 2011 ed è avvenuto in via Tuscolana a Roma, all'altezza del civido 620. Erano le ore le 3.30 e la coppia di amici stava viaggiando a bordo di un motorino, quando il trentenne alla guida ha perso il controllo del mezzo a due ruote, ha sbandato (il suo tasso alcolico era del 3,9%) ed è finito contro il cartellone. L'impatto è stato violento ed entrambi sono morti sul colpo. L'accusa è convinta che, se il cartellone fosse stato rimosso, come sarebbe dovuto accadere, i due non sarebbero deceduti.