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Caro bollette, i numeri dell’emergenza: così le famiglie scivolano nella povertà

Tra le famiglie a basso reddito, il 90% ha smesso di mangiare numerosi alimenti per poter pagare le bollette di gas e luce, aumentate del 109% nell’ultimo anno. E in molti sono finiti in mano agli usurai.
A cura di Natascia Grbic
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Il magazzino generale di Nonna Roma
Il magazzino generale di Nonna Roma

Prezzi dell'energia e del gas in aumento costante, inflazione arrivata a 12,8%, crescita del costo dei beni primari: qual è l'effetto del caro bollette sulle persone a basso reddito che già nelle condizioni pre crisi avevano difficoltà a mettere insieme il pranzo con la cena?

Un rapporto dell'associazione Nonna Roma, intitolato ‘Il pane e la luce', ha analizzato l'impatto dell'aumento delle bollette di gas e luce su un campione di 140 persone, loro bacino di utenza. Si tratta principalmente di persone a basso reddito, con un Isee medio che va da zero a 3500 euro, e che già viveva in povertà energetica, condizione strutturale e che riguarda circa 3,3 milioni di famiglie in tutta Italia. L'impatto di questi aumenti su di loro è stato devastante.

Ciò che emerge, è che per far fronte al pagamento delle bollette il 90% delle persone risparmia sulle spese alimentari. Al fine di evitare una sospensione, o peggio, l'interruzione delle forniture, una famiglia su due ha smesso di mangiare soprattutto cibi proteici come carne e pesce, ma anche latte, frutta e verdura. Con conseguenze che a lungo termine saranno dannose per la loro salute. Non a caso è emerso che esiste una correlazione tra povertà energetica e rischio di sviluppare malattie.

Ma questo non basta: una piccola parte ha rateizzato i costi ma circa l'11% sta usufruendo di prestiti informali. Questo vuol dire che si tratta di soggetti ad altissimo rischio usura e che molto probabilmente si trovano già nelle mani degli strozzini.

A essere colpiti sono soprattutto gli anziani, i senza fissa dimora, i lavoratori atipici e autonomi, le famiglie a basso reddito, le donne, le persone disabili, i rom, i migranti e i richiedenti asilo.

"Le persone che abbiamo intervistato sono soggetti che vivono in condizione di povertà e che tendenzialmente non hanno accesso alla sanità privata – ci spiega Sara di Nonna Roma, che ha partecipato alla realizzazione del rapporto – quando riescono accedono alla sanità pubblica, con tutte le difficoltà del caso. Queste persone hanno ridotto ulteriormente i loro consumi alimentari per riuscire a pagare tutti i costi delle bollette".

"Si tratta di persone con bassa scolarizzazione e che in genere hanno studiato massimo fino alla terza media, e che vivono una condizione di isolamento sociale che proviamo a contrastare con il lavoro di Nonna Roma".

Chi di loro prende il reddito di cittadinanza lo usa per pagare le bollette. "Ciò che dovrebbe aiutarle ad avere un'esistenza più dignitosa se ne va nel pagamento di utenze che dallo scorso anno hanno avuto un incremento del 109%", continua Sara. Numeri altissimi, che sono mitigati solo in parte da forme di sussidi come il bonus sociale. Nonostante quest'ultimo, infatti, per loro le bollette sono comunque aumentate del 63% per quanto riguarda il gas e del 76% per quanto riguarda la luce.

Il rischio maggiore per queste persone è che non riuscendo più a pagare le utenze possano non solo avere il servizio sospeso, ma interrotto. "Con il libero mercato che entrerà in vigore l'anno prossimo i fornitori potranno decidere di non fare il contratto ad alcuni utenti, considerati magari cattivi pagatori. Il pericolo è che non possano quindi accedere alle forme di contratto più vantaggiose e che, come sta già accadendo, finiscano per ritrovarsi in mano a usurai per garantire i pagamenti".

Al fine di far fronte alla povertà energetica, Nonna Roma ha avanzato delle proposte nei confronti di Governo, Regione Lazio e Roma Capitale. Tra questi, "andrebbe resa strutturale la misura di sostegno varata a favore degli alloggi Ater, prorogate le misure di contrasto alla povertà energetica, incentivare la creazione di comunità energetiche. Sportelli territoriali che diano informazioni e supporto ai cittadini, utilizzare le quote di utili di Acea per finanziare politiche di contrasto alla povertà".

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