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Capretta massacrata e uccisa, il pm chiede l’archiviazione. Le associazioni animaliste si oppongono

Il pm ha chiesto l’archiviazione delle indagini per la vicenda della capretta massacrata e uccisa ad Anagni lo scorso agosto: insorgono Oipa e Lav.
A cura di Beatrice Tominic
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La vicenda della capretta massacrata e uccisa ad Anagni potrebbe chiudersi presto, nonostante la ferma opposizione delle associazioni animaliste, fra cui la Lav e l'Oipa, che aveva presentato denuncia per uccisione di animali e istigazione a delinquere.

Dopo la chiusura delle indagini sul caso a carico di sei dei giovani presenti alla festa di compleanno di agosto ad Anagni, durante la quale la capretta sarebbe stata seviziata ed infine uccisa, il pm ha chiesto l'archiviazione del caso. 

La capretta massacrata durante il compleanno

L'animale è stato massacrato e seviziato, infine ucciso, durante una festa di compleanno ad Anagni, in un agriturismo, nell'agosto del 2023. Le scene di violenza nei confronti dell'animale sono state riprese in un video dove si vede la capretta presa a calci, trasportata in carriola e poi buttata da una finestra fra le grida e le risate di un gruppo di ragazzi, alcuni quali ancora minorenni (caratteristica che è costata una denuncia ad un gruppo di animalisti che ha mostrato le loro foto). Uno di loro è stato indagato per l'assassinio, altri cinque per istigazione, visto che lo incitavano a picchiare più forte. Per l'indagato minorenne procede la procura dei minori.

La capretta morta e il giallo del corpo sparito

I ragazzi, una volta emerso il video, hanno provato a difendersi dicendo che la capretta era già morta: in quel caso sarebbe caduto il reato di uccisione di animale. Ipotesi presa in considerazione dalla Procura. Dal video sembrerebbe presente il gonfiore addominale tipico delle prime fasi di decomposizione. A fare chiarezza sul caso nessun accertamento sulla carcassa dell'animale, sparita, come dichiarato dal proprietario dell'agriturismo, e forse mangiata dai cinghiali.

Le associazioni animaliste: "No all'archiviazione"

Non ha tardato ad arrivare la reazione delle associazioni animaliste sulla richiesta di archiviazione. Oipa, che per prima ha sporto denuncia nei confronti del gruppo per la "pericolosità sociale" dell'episodio, ha fatto sapere che si opporrà alla richiesta di archiviazione: "Non condividiamo questa decisione tanto più che vi sono prove documentali che testimoniano il reato. Abbiamo dunque chiesto la massima pena per il reato di uccisione di animali aggravato da motivi abietti – ha dichiarato l'avvocata responsabile dell'ufficio legale di Oipa, Claudia Taccani, responsabile dell’Ufficio legale dell’Oipa.

incredibile la richiesta di archiviazione delle indagini, è una pagina nera che ora la Procura della Repubblica di Frosinone vorrebbe cancellare – scrivono anche dalla Lav in un comunicato – Avevamo immediatamente richiesto indagini minuziose e dichiarato di volerci costituire parte civile al processo", ricordano.

"faremo opposizione affinché sia chiaro il messaggio che la violenza non è meno grave a seconda di chi sia la vittima. Un animale è morto di morte violenta, sul suo corpo c'è chi ha infierito e se ne è fatto anche vanto. I reati di violenza sugli animali che restano impuniti sono troppi".

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