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Il piccolo Gabriel Feroleto soffocato dalla mamma

Uccise il figlio di due anni soffocandolo: Donatella Di Bona chiede perdono a Papa Francesco

Donatella Di Bona è stata tra le dodici detenute che hanno partecipato alla ‘lavanda dei piedi’ nel carcere di Rebibbia con Papa Francesco. Ha chiesto perdono per l’omicidio del figlio, avvenuto cinque anni fa.
A cura di Natascia Grbic
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A sinistra, Donatella Di Bona insieme al Papa. A destra, il piccolo Gabriel
A sinistra, Donatella Di Bona insieme al Papa. A destra, il piccolo Gabriel
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Ha chiesto perdono al Papa Donatella Di Bona, la donna condannata a sedici anni di carcere per aver ucciso il figlio di ventisei mesi il 17 aprile 2019. La donna, reclusa nel carcere di Rebibbia, era tra le dodici detenute che hanno partecipato alla cerimonia della ‘lavanda dei piedi‘ che precede la Pasqua e che ha visto la partecipazione del Pontefice. A renderlo noto sono stati gli avvocati di Di Bona, Lorenzo Prospero e Chiara Cucchi. Dal 2022, la 34enne segue un percorso di recupero sociale e spirituale, e trascorre le sue giornate pregando. Dopo la sentenza della Corte d'Appello ha dichiarato di voler rinunciare al ricorso in Cassazione e scontare interamente la sua condanna.

L'omicidio di Gabriel Feroleto

Donatella Di Bona è stata condannata a sedici anni di carcere per l'omicidio del figlio Gabriel, ucciso perché piangeva mentre lei e il compagno stavano avendo un rapporto sessuale. Anche il padre del bambino, Nicola Feroleto, è stato condannato. Ha guardato mentre Donatella soffocava il bambino e non ha mosso un dito per salvarlo. Dopo ha tentato di costruirsi un alibi, dicendo all'allora fidanzata di mentire sul dove si trovava all'ora del delitto. A Nicola Feroleto è stata comminata una pena di 24 anni di carcere.

L'arresto dei genitori

L'omicidio del piccolo Gabriel aveva sconvolto l'opinione pubblica. Donatella Di Bona era corsa a casa con il corpo del piccolo ormai esanime in braccio, chiedendo l'intervento dei carabinieri. Inizialmente la donna disse che il figlio era stato investito da un pirata della strada, che non si era fermato ed era fuggito subito dopo l'incidente. Ai militari però la versione della donna è risultata da subito piena di incongruenze. Le ferite del bambino, inoltre, non erano compatibili con un incidente stradale. Poche ore dopo, Di Bona ha confessato l'omicidio. Due giorni dopo è stato arrestato anche il padre di Gabriel. Secondo la donna, è stato poi lui a gettare il corpicino del bambino tra i rovi.

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