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Bimba di 10 anni muore durante operazione al timpano, condannati gli anestesisti

Sono stati invece assolti il medico dell’equipe, l’otorino e la direttrice della clinica (accusata solo di falso ideologico). Secondo l’accusa i due anestesisti avrebbero iniziato in ritardo le manovre di rianimazione perché distratti, e sarebbero precedentemente usciti dalla sala operatoria per andare al bar.
A cura di Natascia Grbic
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Si è concluso con due condanni e tre assoluzioni il processo per la morte di Giovanna Fatello, la bambina di dieci anni morta a marzo 2014 in seguito a una operazione al timpano nella clinica romana Villa Mafalda. Il pubblico ministero Mario Ardigo aveva accusato di omicidio colposo e falso i due anestesisti Pierfrancesco Dauri e Federico Santilli, il medico, l’otorino e la direttrice della clinica, quest'ultima accusata solo di falso ideologico. A essere condannati sono stati solo i due anestesisti, con pena sospesa e subordinata al pagamento di una provvisionale pari a 550mila euro da destinare ai tre familiari della vittima, costituitisi parte civile.

"Anestesisti usciti dalla sala per andare al bar"

Secondo l'accusa, gli anestesisti non avrebbero ‘creduto a quello che leggevano sul saturimetro' e non avrebbero quindi adottato i giusti provvedimenti per salvare la vita alla bambina. Inoltre, sarebbero usciti fuori la sala operatoria per andare al bar, non monitorando quindi la piccola. "È una decisione che non rispetta in alcun modo quanto emerso nel dibattimento – ha dichiarato l'avvocato Francesco Compagna, difensore di Dauri – Leggeremo le motivazioni e faremo appello per ristabilire la verità dei fatti".

La morte di Giovanna Fatello

I fatti risalgono al 29 marzo del 2014, quando la famiglia di Giovanna si era rivolta a Villa Mafalda per un'operazione per una timpanoplastica. Somministrata l'anestesia, "la morte avveniva dopo l'allontanamento ingiustificato dell'anestesista e in presenza di un altro anestesista non componente dell'equipe operatoria, che non gestiva correttamente le vie aeree della paziente", ha scritto il pm nella richiesta di incidente probatorio. Giovanna è deceduta "a seguito di un processo di ipossia-bradicardia- arresto cardiaco in asistolia" per non aver ricevuto sufficiente ventilazione.

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