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Beneficiari del reddito di cittadinanza impiegati per pulire Roma: perché non può funzionare

Presto chi prende il reddito di cittadinanza potrà essere chiamato a occuparsi gratuitamente della cura del verde e della pulizia dei parchi nel VII Municipio. Si tratta di un atto voluto dalla precedente amministrazione guidata da Monica Lozzi, e che prevede l’impiego gratuito e non retribuito per un minimo di otto e un massimo di sedici ore a settimana. Ma non pagare le persone per pulire Roma non è la soluzione.
A cura di Natascia Grbic
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Nelle ultime ore si sta discutendo molto di un progetto del VII Municipio che prevede l'impiego dei percettori del reddito di cittadinanza nella cura e gestione del verde territoriale. A riportare la notizia è la Repubblica, che sottolinea come i beneficiari del reddito potranno in questo modo dare una mano a realizzare l'obiettivo del neosindaco Roberto Gualtieri, che ha annunciato la pulizia straordinaria della città come primo obiettivo.

Un'ipotesi, quella di impiego di lavoro gratuito e volontari, che non ha mancato di sollevare perplessità, soprattutto a sinistra. Il progetto di cui discutiamo è in via di realizzazione nel municipio guidato da Francesco Laddaga, che non ha ancora un indirizzo chiaro su questa iniziativa, ma è stato avviato nella precedente amministrazione guidata dalla presidente ex M5s Monica Lozzi.

La pubblicazione del primo avviso per "la formazione dell'Albo degli Enti del Terzo Settore interessati ad accogliere beneficiari del Reddito di Cittadinanza per attuare il Progetto ‘Decoro urbano e manutenzione degli spazi verdi", risale allo scorso 21 settembre. A presentare la domanda per l'iscrizione nell'Albo è stata una sola associazione, sulla quale ora si dovrà esprimere una commissione tecnica. Se il progetto dovesse andare in porto, chi prende il reddito di cittadinanza nel VII Municipio potrebbe essere chiamato per pulire parchi e aree verdi. Ma cosa ne pensa la giunta di centrosinistra di questa iniziativa? Questo ancora non è chiaro.

I Puc sono i "Progetti utili alla collettività" che possono vedere coinvolti i percettori del reddito e che devono essere attuati dai comuni anche in rapporto con altri enti. I progetti devono svolgersi "in coerenza con le competenze professionali del beneficiario, con quelle acquisite anche in altri contesti ed in base agli interessi e alle propensioni emerse nel corso dei colloqui sostenuti presso il Centro per l'impiego o presso il Servizio sociale del Comune". Non si può trattare dunque in nessun caso di lavoro a costo zero da utilizzare da parte delle amministrazioni per sopperire alle mancanze di organico.

Diverso sarebbe se si trattasse di un periodo di lavoro e formazione in coerenza con le capacità dei beneficiari, propedeutico magari a un lavoro nella manutenzione del verde pubblico o della pulizia delle strade. Sottolinea ad esempio l'associazione Nonna Roma: "A chi si preoccupa dei “furbetti del reddito di cittadinanza” ricordiamo che ben altra proposta sarebbe incentivare, attraverso questo strumento, percorsi di inclusione lavorativa e sociale in attività che li permettano di uscire dalle condizioni di difficoltà in cui si trovano mentre altro discorso è l’attivazione della cittadinanza tutta nei percorsi di cura degli spazi e di corresponsabilità sui beni pubblici e non può essere vincolata alle condizioni materiali e all’erogazione di strumenti emancipativi".

Il primo ad avvalersi del lavoro dei percettori di reddito è stato il V Municipio, con il progetto "Volontariato per il verde e il decoro urbano", che in convenzione con l'assessorato all’Ambiente dello stesso municipio ha iniziato a gestire il Parco Tor Sapienza, offrendo i servizi di apertura, chiusura, pulizia e controllo dell'area verde. E anche altri municipi stanno valutando progetti simili, che riguardano soprattutto il settore della pulizia e della cura del verde, uno dei problemi più visibili nella città di Roma.

Difficile pensare che questa possa essere una soluzione anche solo a breve termine se non per la cura di singoli spazi, e al momento Roberto Gualtieri, alla prese con la definizione della giunta, sulla questione non si è espresso in nessun senso. Certa sembra essere invece la volontà di rafforzare il servizio di spazzamento ricorrendo a soggetti privati, una scelta in teoria transitoria per arrivare a Natale mantenendo la promessa di aver ripulito la città. Ma quello che serve a Roma sono nuove assunzioni e investimenti in Ama, non esternalizzare nel lungo periodo il servizio né tantomeno l'utilizzo di lavoro non qualificato e a titolo gratuito.

Complica ancora di più il quadro la Cgil, chiedendo l'istituzione di un tavolo di coordinamento permanente per la pulizia della città. "Ama deve raccogliere i rifiuti come previsto dal contratto di servizio e deve pulire le strade che sono di sua competenza, ma non basta – spiega Natale Di ColaIl comune si deve occupare della parte di decoro che gli compete coordinando attività da con municipi e polizia municipale, c’è poi il tema del diserbo dei marciapiedi, della pulizia delle caditoie, ci sono poi le bonifiche delle discariche abusive e il verde verticale e orizzontale. Non servono azioni spot, ma un coordinamento vero con un tavolo dedicato". E sull'utilizzo dei percettori del reddito di cittadinanza? "Non scherziamo a confondere il lavoro con altro tipo di iniziative". Anche sul coinvolgimento di volontari e associazioni il sindacato è chiaro: ""I cittadini devono essere chiamati a partecipare per prendersi cura della città, a renderla più bella e vitale, non a pulirla".

Campidoglio: "In piano pulizia non è previsto"

Così informano fonti del Campidoglio:

In merito a quanto riportato da alcuni organi di stampa riguardo un bando del VII Municipio che prevede l’impiego di percettori del reddito di cittadinanza in progetti relativi al decoro urbano e alla manutenzione degli spazi verdi, fonti del Campidoglio specificano che si tratta di una procedura avviata a luglio dalla precedente amministrazione del Municipio, sulla base della stessa legge sul reddito di cittadinanza (già utilizzata anche da altri Municipi). Su tale procedura il nuovo Presidente del VII Municipio effettuerà le verifiche del caso. Il progetto, ad ogni modo, non fa parte del piano di azione per la pulizia straordinaria della città, in via di definizione da parte della nuova Amministrazione Capitolina.

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