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Baobab Experience, i volontari: “Se la vocazione umanitaria è un reato, siamo tutti criminali”

È attesa per martedì 3 maggio la sentenza di primo grado per Andrea Costa, presidente di Baobab Experience, a processo per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. I volontari: “Se lui è colpevole, lo siamo tutte e tutti.”
A cura di Beatrice Tominic
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Andrea Costa, presidente di Baobab Experience. Foto dalla pagina Facebook "Baobab Experience"
Andrea Costa, presidente di Baobab Experience. Foto dalla pagina Facebook "Baobab Experience"

Favoreggiamento dell'immigrazione clandestina: questo è il reato per cui è imputato Andrea Costa, il presidente di Baobab Experience, l'associazione di volontari e attivisti che dal 2005 offre supporto e assistenza legale ai migranti. Fra poco più di due settimane, nella giornata di martedì 3 maggio, sarà pronunciata la sentenza di primo grado: a renderlo noto, per la prima volta, è stata la stessa associazione con una nota e un comunicato stampa diffuso sui social.

"Se la vocazione e l’agire umanitari del Presidente di Baobab Experience, Andrea Costa, rappresentano un reato, ognuno di noi è un criminale. Se Andrea è colpevole, lo siamo tutte e tutti."

I fatti dell'ottobre del 2016

I fatti per cui è imputato Costa risalgono al mese di ottobre del 2016 quando, intercettato al telefono, parla di 9 giovani migranti. Questi ragazzi, otto provenienti dal Sudan e uno dal Ciad, che avevano trovato riparo insieme ad altre 300 persone nel centro Baobab, una volta effettuato lo sgombero del presidio umanitario, desideravano "raggiungere il campo della Croce Rossa di Ventimiglia". Dall'associazione, inoltre, fanno sapere che i volontari avevano anche offerto aiuto economico a questi giovani "per comprare i biglietti di bus e treno".

"L’accanimento di quei giorni è forte. Chi porta sostegno è allontanato e la parola d’ordine è “disperdersi” e disperdere la Comunità – spiega in un comunicato Baobab Experience – Corre l’anno 2016: è il periodo in cui le ong che salvano i migranti nel Mediterraneo vengono definite amici dei trafficanti e taxi del mare."

La reazione dell'associazione Baobab Experience

"Per questa condotta, Andrea Costa è equiparato dall’accusa ai tanti trafficanti che agiscono impunemente nelle Stazioni italiane e che quel biglietto se lo fanno pagare caro, anche con la vita, che vendono documentazione falsa al prezzo di una illusione e speculano sulla fragilità di persone abbandonate a loro stesse", hanno scritto in un comunicato rilasciato nel pomeriggio di lunedì 18 aprile i volontari di Baobab Experience.

"Accuse come questa pesano come macigni, nell’assurdo paradosso che pongono – chi quotidianamente combatte il traffico di esseri umani viene accusato di favorire quel traffico – e nella pressione emotiva che questo processo penale comporta, anche considerando che la contestazione attuale prevede da 6 anni e mezzo a 18 anni di reclusione", hanno specificato.

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