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Autista morto nell’assalto al bus, uno dei fermati: “Ho tirato un sasso, ma non volevamo uccidere”

L’ultrà Barberini in Questura: “Ho tirato un sasso anch’io, in tanti lo abbiamo fatto. Ma non ho ucciso l’autista”. “Volevamo fargli vedere chi siamo”. Oggi l’interrogatorio davanti al gip per i tre tifosi del Rieti per la convalida del fermo.
A cura di Pierluigi Frattasi
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Il vetro del pullman sfondato da un masso durante l’assalto.
Il vetro del pullman sfondato da un masso durante l’assalto.

"Ho tirato un sasso anch’io, in tanti lo abbiamo fatto. Ma il mio non è stato quello che ha ucciso. Ho colpito la parte centrale del pullman, la mia era una pietra piccola". A parlare è Alessandro Barberini, 53anni, ultrà della curva Terminillo, uno dei tre tifosi della Real Sebastiani basket Rieti, assieme a Manuel Fortuna e Kevin Pellecchia, i tre ultras vicini all'estrema destra, fermati dalla Polizia dopo l’assalto al bus dei tifosi del Pistoia Basket 2000 con la sassaiola avvenuta domenica scorsa, 19 ottobre, sulla statale Terni-Rieti. Nell’assalto è morto il secondo autista del pullman Raffaele Marianella, centrato da un sasso alla gola.

Le dichiarazioni di Barberini sono state rese in Questura, quando il 53enne era stato ascoltato come persona informata sui fatti, prima del fermo, quindi, e La Repubblica ne ha riportato il contenuto. “Non eravamo andati lì per uccidere”, avrebbe detto Barberini agli investigatori. Altre frasi dei tre tifosi sono state invece raccolte dalle microspie della Questura, dove i tre tifosi si trovavano. Oggi, giovedì 23 ottobre, si terranno invece gli interrogatori davanti al gip del Tribunale di Rieti, Giorgia Bova, per l'udienza di convalida dei fermi, alla presenza dei legali della difesa. Barberini è assistito dall’avvocato Valter Petresca. I tre sono attualmente in carcere in stato di fermo: sono accusati di omicidio volontario aggravato dai futili motivi. Indagini coordinate dal pm Lorenzo Francia, e affidate a Squadra Mobile e Digos.

“Volevamo fargli vedere chi siamo”

“Volevamo fargli vedere chi eravamo noi – un’altra frase attribuita da Repubblica a Barberini – che non avevamo paura certo di loro”. Il 53enne sarebbe stato l’unico dei tre, a quanto risulterebbe al momento, ad ammettere di aver lanciato una pietra, anche se non quella mortale, secondo Barberini. Gli altri due hanno negato.

Raffaele Marianella, l’autista del pullman morto a Rieti
Raffaele Marianella, l’autista del pullman morto a Rieti

L’assalto al bus del Pistoia

L’assalto da parte degli ultras della squadra di basket del Rieti al bus dei tifosi del Pistoia è avvenuto domenica sulla strada statale Terni-Rieti. Il pullman trasportava 45 tifosi del club toscano, reduci dall’incontro vittorioso al PalaSojourner di Rieti con il Pistoia Basket della lega A2, quando è stato investito dalla sassaiola. Dopo i lanci, il mezzo pesante si è fermato. Uno dei sassi, appuntito, ha sfondato il parabrezza colpendo Marianella alla carotide e uccidendolo sul colpo. L’autista, Raffaele Marianella, originario di Roma, ma residente a Firenze, aveva 65 anni ed era ad un mese dalla pensione.

Le intercettazioni in Questura: “Li abbiamo massacrati”

Barberini, Fortuna e Pellecchia sarebbero stati bloccati dagli agenti delle volanti della Polizia di scorta al bus mentre cercavano di allontanarsi dopo la sassaiola. Sono stati portati in Questura. Dalle microspie della Polizia sarebbero emerse anche frasi choccanti. "Li abbiamo massacrati!", una delle frasi carpite dalle intercettazioni ambientali, che sarebbero state pronunciate da Barberini e Fortuna, secondo il Corriere della Sera. Mentre uno degli indagati, non identificato, avrebbe detto "Forse dovevo mirare più in basso", come riportato dal Tg1. E, ancora, “Se avessimo preso l'autista avremmo fatto una strage”, anche questa una frase non attribuita.

Barberini, in Questura, avrebbe poi ricostruito quanto accaduto domenica, secondo quanto riporta La Repubblica: “Ho visto la partita di basket come ogni domenica. Ci sono state delle schermaglie accese dentro il palazzetto. Siamo andati dietro il PalaSojourner con l'intenzione di prenderci a cazzottate con loro ma c'era la polizia». Successivamente, i tifosi del Rieti basket si sarebbero portati sulla Statale, anche tramite un tam tam sui social. “Con noi c'era anche Giuseppe Aguzzi – avrebbe detto nella deposizione Barberini – il capo degli ultrà”.

E, ancora, “Eravamo in macchina, abbiamo aspettato che passasse il pullman e ci siamo messi lungo il guardrail. Non eravamo andati lì per uccidere. Non so chi ha tirato quel sasso grosso e non mi sono reso conto che c'era una persona morta. Ho fatto una cavolata, chiedo scusa”.

Oggi l’interrogatorio di convalida davanti al gip

Oggi pomeriggio, come detto, è previsto l’interrogatorio davanti al gip per la convalida del fermo. L'accusa, ha preannunciato il procuratore Paolo Auriemma, chiederà che il fermo sia tramutato in custodia cautelare in carcere sulla scorta dei "gravi indizi di colpevolezza" raccolti durante le indagini.

Il gip potrebbe conferire l'incarico per l'esecuzione dei test del Dna, necessari per cercare di individuare chi ha scagliato materialmente il sasso mortale. Sempre in queste ore è stata disposta l’autopsia per Marianella. Sarebbero almeno 5 i tifosi sospettati di aver avuto un ruolo nell'azione. La Polizia ha annunciato l'emissione di 12 Daspo. Per 8 ultrà è stato disposto uno stop di 5 anni, mentre per uno solo il divieto sarà di 8 anni, in quanto recidivo e per questo sarà anche denunciato. La procedura per il Daspo di 5 anni è stata avviata anche per i tre ultrà arrestati.

La fiaccolata domenica 26 ottobre

A Rieti, intanto, la Curia ha promosso una fiaccolata silenziosa che si terrà domenica 26 ottobre a Contigliano. Il corteo raggiungerà il luogo dell'agguato.

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