Aumentata la scorta a Sigfrido Ranucci dopo l’attentato: il livello di rischio passa a ‘elevato’

Dopo l'attentato avvenuto la sera del 16 ottobre,le autorità hanno deciso di rafforzare la protezione al giornalista Sigfrido Ranucci. La decisione è arrivata nei giorni scorsi tramite l'Ufficio centrale interforze per la sicurezza personale (Ucis) del ministero dell'Interno, su richiesta della presidente della Commissione Parlamentare Antimafia, Chiara Colosimo. È stata proprio l'audizione del giornalista di Report davanti alla commissione stessa a far decidere per l'aumento della scorta, che ora passa da due a quattro agenti davanti la sua abitazione, e due auto blindate. Il rischio per la sua sicurezza è passato quindi a ‘elevato'.
Le indagini sull'attentato avvenuto alle 22 del 16 ottobre davanti l'abitazione di Ranucci a Campo Ascolano a Pomezia, sono ancora in corso e si stanno svolgendo nel massimo riserbo. Diverse le piste seguite dagli inquirenti: dalla mafia albanese alla camorra, passando per la criminalità organizzata autoctona, legata a giri d'affari importanti. Cuore della questione, sarebbero le numerose inchieste condotte da Report nel corso degli anni: e che, nelle mente di chi ha ordito l'attentato, andavano stoppate. Un attentato che è stato ben più di un avvertimento: la bomba ha distrutto l'auto della figlia di Ranucci e la sua, ed è stata piazzata davanti l'ingresso dell'abitazione usato sempre dal giornalista (la casa ha diversi punti di entrata). Non un caso quindi: molto probabilmente chi ha colpito aveva già seguito Ranucci nei giorni passati, e sapeva benissimo quali fossero le sue abitudini e i suoi spostamenti.
Nell'immediatezza dell'attentato, alcuni vicini di casa di Ranucci hanno riferito di aver visto un uomo incappucciato allontanarsi dal luogo dell'esplosione. Un elemento sul quale sono ancora in corso indagini, per capire se si tratti effettivamente dell'attentatore. Al momento però, non sono stati ancora individuati responsabili certi.