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Femministe imbrattano il Lungotevere in Sassia con vernice rossa durante un evento con Mattarella

Attiviste e attivisti di ‘Bruciamo Tutto’ hanno imbrattato il Lungotevere in Sassia con della vernice rossa, durante un evento con Mattarella. Sei le manifestanti portati in commissariato.
A cura di Alessia Rabbai
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Attiviste e attivisti di 'Bruciamo Tutto'
Attiviste e attivisti di ‘Bruciamo Tutto'

Attiviste e attivisti hanno fatto un'azione sul Lungotevere in Sassia a Roma, dove nella mattinata di oggi, mercoledì 13 marzo, si è svolto un evento con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Si tratta di ‘Bruciamo tutto", una campagna femminista, che fa dimostrazioni di disobbedienza civile non violenta. Una decina di ragazze e ragazzi hanno bloccato il traffico, srotolando uno striscione e imbrattato la strada con della vernice rossa all'altezza di Ponte Vittorio Emanuele II. Nel mentre ballavano la pizzica, un ballo popolare salentino. La protesta non autorizzata è avvenuta intorno alle ore 8.30 e i manifestanti hanno bloccato la circolazione.

Le femministe chiedono "un miglioramento del già esistente reddito di libertà: un contributo di euro 400 pro capite su base mensile per un massimo di 12 mesi alle donne vittime di violenza seguite dai centri antiviolenza riconosciuti dalle regioni e dai servizi sociali. Questo contributo dovrebbe consentire e permettere l’autonomia e la fuoriuscita dalla violenza. In realtà però l’iter per ottenerlo è molto lungo e burocratizzato".

Sei attiviste portate in commissariato

Sul posto in breve tempo sono arrivati gli agenti della polizia locale di Roma Capitale, che erano in servizio sul Lungotevere. Gli attivisti hanno bloccato il traffico proveniente da Lungotevere in Sassia verso Piazza della Rovere. Li hanno raggiunti diverse pattuglie, con i Gruppi I Prati, I Centro Storico e Gruppo Pronto Intervento Traffico, per gestire la viabilità. La circolazione è tornata regolare in breve tempo. Presenti gli agenti della Polizia di Stato, della Digos e della Scientifica, che hanno gestito i manifestanti  e svolto gli accertamenti del caso. Sei le attiviste portate al commissariato Aurelio.

"Vogliamo liberarci dal veleno del patriarcato"

La scelta della pizzica salentina, spiegano gli attivisti, "è dettata dalla voglia di riconnettersi con la cultura popolare italiana e regionale. La pizzica è un ballo tipico del Sud Italia che, secondo la storia, aveva lo scopo di liberare le ‘tarantate', donne morse dalla tarantola, dal veleno del ragno. In realtà la tarantola non rilascia alcun veleno, e le tarantate altro non erano se non persone prese dall’isteria, che sfogavano con movimenti convulsi e veloci. Allo stesso modo noi vogliamo liberarci dal veleno del patriarcato, riconnettendoci con la nostra parte più folkloristica e sfogando la nostra energia con il movimento".

"Bruciamo Tutto movimento di liberazione dal patriarcato"

"Bruciamo Tutto – spiegano le attiviste e gli attivisti – è un movimento di liberazione dal patriacato. Dopo il femminicidio di Giulia Cecchettin, altre diciotto donne sono state vittime di femminicidi e le loro storie sono cadute nel silenzio. Ma questa è soltanto la punta dell’iceberg di un problema molto più grande: lo Stato non vuole riconoscere il bisogno di una profonda trasformazione culturale, che dovrebbe iniziare dall’istruzione e continuare con provvedimenti legislativi per assicurare alle persone socializzate come donne il diritto ad una vita libera e sicura". Il movimento nasce dalla frase detta dalla sorella Elena dopo il femminicidio: "Per Giulia non fate un minuto di silenzio, ma bruciate tutto".

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