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Appartamento confiscato alla mafia, l’inquilino è sotto sfratto: “E ora? Ci vivo da 40 anni”

Da quasi 40 anni Ivan vive in un appartamento di circa 60 metri quadrati a Tor Marancia, che si è scoperto, recentemente, essere di proprietà di un boss della ‘ndrangheta. L’appartamento è stato confiscato e lui ora è sotto sfratto: “Che faccio? Vivo qua da 40 anni”.
A cura di Enrico Tata
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Ivan a rischio sfratto
Ivan a rischio sfratto

Da quasi 40 anni Ivan vive in un appartamento di circa 60 metri quadrati a Tor Marancia, che si è scoperto, recentemente, essere di proprietà di un boss della ‘ndrangheta. La casa viene sequestrata e confiscata. L'affittuario continua a pagare le mensilità, ma improvvisamente arriva la notifica di sfratto: "Mi è arrivato un avviso di sfratto e una multa da 60mila euro perché risultavamo occupanti, con tutto che pagavano 155 euro al mese. Ci abito da quando sono nato, dal 1983. Il marito di mia zia ha venduto questa casa a un certo Commisso Esposito, che poi si è scoperto essere un boss della ndrangheta. quindi hanno messo sotto sequestro la casa dopo che è stato condannato per droga e usura. Cinque anni fa l'immobile è stato confiscato ed è subentrata l'agenzia nazionale. Abbiamo continuato a versare l'affitto fino a oggi al fondo unico di giustizia. Se mi buttano fuori devo andare a dormire dentro la macchina", ha raccontato Ivan ai microfoni di Fanpage.it. Lo sfratto sarebbe dovuto avvenire entro il 31 marzo, ma l'emergenza coronavirus ha reso necessario rimandare questa scadenza. Comune e municipio di riferimento, per il momento, non hanno ancora trovato una soluzione per Ivan.

Coordinamento Lotta per la Casa: "Beni confiscati diventino case popolari"

"Sebbene sia un appartamento confiscato alla mafia, all'interno ci vive una famiglia che ha difficoltà come tanti a sbarcare il lunario e ora si vuole buttare fuori casa per fare cosa? Non c'è nessun progetto. si vuole lasciare vuoto l'ennesimo appartamento e gettare le persone in mezzo alla strada. Quando un bene viene confiscato alla mafia entra in una sorta di limbo. esiste un ente preposto a gestire questi passaggi, ma nei fatti non c'è nessuna pressione che realizza quello che sarebbe il reale interesse dei cittadini: se esistono beni sequestrati alla mafia questi devono diventare case popolari", il parere del Coordinamento Lotta per la Casa.

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