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Alberto Sordi, quando Verdone e Albertone erano vicini di casa in via delle Zoccolette

Per alcuni anni Carlo Verdone e Alberto Sordi sono stati vicini di casa nel cuore del centro storico di Roma. Il primo abitava in quella che lui stesso ha definito ‘la casa sopra i portici’, con vista sul Tevere e con un magnifico terrazzo che affacciava proprio sulla casa di Albertone, tra via dei Pettinari e via delle Zoccolette.
A cura di Enrico Tata
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Carlo Verdone e Alberto Sordi
Carlo Verdone e Alberto Sordi

Per alcuni anni Carlo Verdone e Alberto Sordi sono stati vicini di casa nel cuore del centro storico di Roma. Il primo abitava in quella che lui stesso ha definito ‘la casa sopra i portici', con vista sul Tevere e con un magnifico terrazzo che affacciava proprio sulla casa di Albertone, tra via dei Pettinari e via delle Zoccolette. In quell'appartamento Sordi ha vissuto dal 1941 al 1958 prima di acquistare e trasferirsi nella lussuosa villa di via Druso, sopra le terme di Caracalla, soffiata all'ultimo all'amico Vittorio De Sica. Alberto Sordi, infatti, è nato a Roma il 15 giugno 1920 ed è morto il 24 febbraio del 2003. Tutta l'infanzia l'ha trascorsa in via San Cosimato 7, a Trastevere, in una palazzina che ora non c'è più. Sull'edificio ricostruito più tardi c'è una targa che ricorda il luogo dov'è nato e dove ha vissuto insieme alla mamma, maestra elementare, al padre, musicista nell'orchestra del Teatro Costanzi di Roma, alle sorelle Aurelia e Savina e al fratello Giuseppe. Quando il papà Pietro morì, la famiglia si trasferì in via delle Zoccolette, alle spalle di Ponte Sisto e a pochi metri dall'appartamento della famiglia di Mario Verdone, papà di Carlo e Luca, professore e critico cinematografico. I due fratelli hanno raccontato tante volte di aver tirato i sassi alla finestra di casa Sordi per svegliarlo e per vedere almeno una volta quel popolare attore di cui sentivano parlare sempre in casa. Qualche volta si affacciava la sorella Aurelia, o forse proprio lo stesso Albertone, che gridava: "A' ragazzì basta, la voj piantà".

Verdone: "Quando tiravo i sassi sulla finestra di Alberto Sordi"

Ha raccontato Carlo Verdone: "Ero molto piccolo, stiamo parlando del 1956 o 1957, avevo 6 o 7 anni. Sentivamo molto parlare di Sordi da mamma e papà e il fatto che abitasse di fronte a noi questo attore così tanto nominato in casa mi portò a tirare dei sassi sulla sua finestra per vedere questo Alberto Sordi. Una volta si affacciò un ‘faccione', ma non sono riuscito mai a capire se me lo disse la sorella, che era uguale a lui, o proprio lui. Non l'ho mai capito. Ma lo disse in maniera così antipatica e severa, che non lo feci più". "Carlo aveva più coraggio nel tirare sassetti alla finestra nella camera dove dormiva Alberto Sordi. Si affacciava sempre la sorella, Aurelia, e una volta, qualche anno dopo Carlo la incontrò e pensò che fosse Alberto Sordi travestito da donna. Il destino di aver lanciato quei sassetti nella finestra di via dei Pettinari era evidentemente un gesto che ci avrebbe legati per sempre", il ricordo del fratello di Carlo Verdone, Luca.

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