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Accusato di aver picchiato a morte un anziano per rapina viene scagionato da un selfie

Alfredo Caparelli è morto il 16 aprile 2019 dopo mesi di agonia dopo aver subito un violento pestaggio da un estraneo che voleva rubargli la spesa su via Portuense subito fuori il supermercato Tuodì. Per la sua morte il 55enne Ladislav Pala era stato arrestato con l’accusa di omicidio volontario e una richiesta a 30 anni di carcere. A scagionarlo è stato un selfie che lo colloca su un bus all’ora dell’omicidio.
A cura di Redazione Roma
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È il 21 dicembre del 2018, quando Alfredo Caparelli, 75 anni, viene pestato a morte da un estraneo mentre cammina in mezzo alla strada, per rubargli la spesa appena fatta nel vicino supermercato Tuodì di via Portuense. Per la sua morte – avvenuta dopo mesi di agonia in un letto di ospedale il 18 aprile del 2019 – viene arrestato il 55enne Ladislav Pala.

L'uomo non ha mai confessato la rapina e il pestaggio e la Procura per lui aveva chiesto una pena a 30 anni di carcere con l'accusa di omicidio volontario. Una richiesta che Cinzia Parasporo, giudice per le indagini preliminari titolare del procedimento, non solo non ha accolto, ma ha stabilito che l'uomo è innocente prosciogliendolo da ogni accusa.

A essere determinante per scagionare Lasislav Pala, la documentazione fotografica che il difensore ha presentato in aula. "Alcune fotografie fatte con il cellulare alle 19,11, alle 19,12 e alle 19,13 ritraggono l’autore degli scatti riflesso parzialmente su uno specchio. Lo stesso autore è corrispondente all’imputato, che quindi era in luogo diverso da quello degli accadimenti per cui si svolge il processo", si legge nel dispositivo di assoluzione come riportato dal Corriere della Sera.

Secondo quanto riscontrato in sede processuale il 55enne arriva effettivamente sulla scena del brutale pestaggio e la riprende il cellulare, rivolgendo anche alcune domande all'uomo agonizzante in terra. Un comportamento che lo porta a discutere con altre delle persone sopraggiunte portandolo a scappare. Una fuga che è sembrata un'ammissione di colpevolezza, assieme a quel filmato ritrovato a tre mesi dai fatti all'interno del cellulare che l'uomo aveva perso. Ma proprio l'ossessione dell'uomo per fare foto e video lo ha scagionato, mentre ormai rintracciare il vero assassino dell'anziano sembra davvero molto difficile.

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