161 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

A due anni dal trapianto di fegato, Ginevra ringrazia il Bambino Gesù: “Mi ha cambiato la vita”

Nell’ottobre del 2019 ha subito un trapianto al fegato all’ospedale pediatrico Bambino Gesù: oggi Ginevra scrive una lettera per ringraziare i medici e augurare loro un buon 2022.
A cura di Beatrice Tominic
161 CONDIVISIONI
Dalla pagina Facebook "Ospedale Pediatrico Bambino Gesù"
Dalla pagina Facebook "Ospedale Pediatrico Bambino Gesù"

Nella giornata di oggi, venerdì 31 dicembre, l'ospedale pediatrico Bambino Gesù ha reso nota una lettera di ringraziamento da parte di Ginevra, 19enne che poco più di due anni fa, nell'ottobre del 2019, ha subito un trapianto di fegato proprio nell'ospedale della capitale. "È successo poco prima della pandemia di COVID-19 e mi ritengo fortunata anche per questo!", dice la giovane all'inizio del suo messaggio per l'équipe medica, poco prima di rivelare che, fino a quando non ha ricevuto la proposta da parte del personale medico, non aveva mai pensato al trapianto come soluzione alla sua malattia.

Ginevra, infatti, è nata con una patologia al fegato e, fin da quando ne ha ricordo, ha sempre convissuto con problemi relativi alla malattia, fra cui le visite quasi quotidiane negli ospedali, ma non l'ha mai considerata un ostacolo ai suoi obiettivi o desideri. "Mi sono sempre (o quasi) rapportata a me stessa, così come gli altri si sono relazionati con me, come a una ragazza qualunque, bambina, adolescente e poi adulta. Con questo non dico che non stessi mai male o non soffrissi o che ancora, non accettassi la malattia anzi, tutto il contrario, ed è stata questa consapevolezza e questi momenti difficili che mi hanno fatto crescere molto, mi hanno reso più matura, più forte, forse anche troppo!"

Il peso del suo stato di salute, però, si è iniziato a far sentire negli ultimi anni prima del trapianto: "[…] Il fatto che negli ultimi anni stessi spesso male, non nascondo, ha reso il tutto più complicato, mettendomi a dura prova. Alcune volte non lo accettavo, nella misura in cui mi limitava in certi momenti della vita che di solito un ragazzo o una ragazza della mia età vive normalmente e tranquillamente. Sono stati pochi questi momenti, fortunatamente, e come ho detto, li ho superati sempre con molta grinta."

Le fasi del trapianto di Ginevra

Nel momento in cui si è resa conto che il trapianto era diventata una scelta obbligata, Ginevra ha iniziato il percorso prima dell'operazione in maniera serena, grazie anche alla fiducia che nutriva nell'équipe medica che, come scrive, "non smetterà mai di ringraziare".  "[…] Se non avessi avuto un certo coraggio non avrei affrontato il trapianto come l'ho affrontato e l'affronto tutt'ora. […] Mi sono detta: "Se non ti fai forza ora, non andrai avanti dopo, quindi sbrigati ad alzarti e comincia a muoverti".

Le fasi successive al trapianto, invece, sono state più complicate. Le ansie, le paure e lo stress sono arrivati tutti insieme: "Paradossalmente mi sentivo più sicura nel muovermi un po' in tutto con un fegato danneggiato che dopo con uno "funzionante" nuovo. Non so di preciso perché avessi tutti questi timori, forse il pensiero di avere in corpo un organo comunque non mio." Ad aiutarla sicuramente è stato il percorso psicologico che ha intrapreso in ospedale e che l'ha portata, nell'estate del 2020, a sentirsi finalmente "più leggera, più libera".

La vita di Ginevra dopo il trapianto al fegato

Dal giorno dell'operazione, ormai, è passato molto tempo e Ginevra, adesso, si sente diversa dalla persona che era prima. "Ora a distanza di due anni (mi sembra passato molto più tempo!) sono contenta, sto prendendo la mia vita in mano come prima non avevo potuto, sono molto più tranquilla e invece sempre più ansiosa quando vado in ospedale per i controlli (fortunatamente vado man mano di meno, ma forse proprio per questo ho sempre tanta ansia, non mi piace più andare, se non per salutare e ringraziare sempre tanto!). L'operazione mi ha cambiato la vita radicalmente e mi ha aperto gli occhi su una realtà che prima non avevo potuto vivere e che, anche se in ritardo, sto cercando di vivere al meglio adesso", dice in chiusura, augurando al personale medico un buon 2o22. "Ad oggi mi ritengo fortunata, felice, completa".

161 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views