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A Castel Romano il vaccino finanziato da Regione Lazio e Miur: verso la sperimentazione clinica

Per la realizzazione del candidato vaccino italiano, la cui fase di sviluppo è a cura dell’azienda ReiThera di Castel Romano, sono stati stanziati otto milioni di euro dalla Regione Lazio e dal Ministero dell’Università e della Ricerca. I test clinici partiranno a breve, dopo l’ok dell’Istituto Superiore di Sanità, allo Spallanzani.
A cura di Enrico Tata
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Per la realizzazione del candidato vaccino italiano, la cui fase di sviluppo è a cura dell'azienda ReiThera di Castel Romano, sono stati stanziati otto milioni di euro dalla Regione Lazio e dal Ministero dell'Università e della Ricerca. I test clinici partiranno a breve, dopo l'ok dell'Istituto Superiore di Sanità, allo Spallanzani. Si tratta di un vaccino genetico bassato su un vettore virale.  "A differenza dei vaccini tradizionali, i vaccini genetici non utilizzano un microorganismo inattivo o parte di esso ma il gene che codifica per l'antigene del microrganismo che si vuole neutralizzare", aveva spiegato mesi fa il direttore sanitario dello Spallanzani, Francesco Vaia. Questo gene "una volta entrato nelle cellule dell'organismo induce la produzione della proteina ‘spike' che a sua volta stimola la produzione immunitaria contro il coronavirus. Per traferire il gene nelle cellule la tecnologia messa a punto da ReiThera utilizza un virus, un adenovirus, derivato da primati non umani".

Antonella Folgori, ad di Reithera, ha annunciato all'agenzia Dire di aver ultimato la "produzione clinica del vaccino, che è pronto per la sperimentazione è adesso in valutazione presso l'Iss". Poi partirà una sperimentazione su pazienti sani in collaborazione con l'Istituto Spallanzani per verificarne sicurezza ed efficacia. "Come tutti sanno le sfide poste sono molteplici, perché fin dal tempo zero abbiamo dovuto affrontare anche il problema della successiva produzione su larga scala, e quindi stiamo già lavorando, all'interno della nostra officina, per espandere la nostra capacita' produttiva e stiamo anche interagendo con altre aziende a livello europeo per sfruttare le tecnologie e migliorare la produzione. Un altro aspetto è poi quello legato alla formulazione del vaccino, ovvero la soluzione in cui il vaccino viene sciolto: è importante che questo venga conservato ad una temperatura di 4 gradi e non congelato, come avviene adesso nei freezer perché questo ne garantirà una distribuzione molto più rapida. Su tutto questo e' al nostro il nostro team, giovane e con una forte presenza femminile in posizioni importanti".

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