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“Aiuto, ho le contrazioni”, dottoressa fa nascere la bimba in videochiamata con un parto a distanza

“Non c’era tempo per portarla in ospedale, così l’ho fatta partorire in casa, seguendola in videochiamata”. La piccola è nata in 15 minuti, mamma e figlia stanno bene.
A cura di Beatrice Tominic
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Immagine di repertorio
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Un parto alle porte, le contrazioni e troppo poco tempo per trasportare la mamma in ospedale. Così, dopo la telefonata del padre al 118, per la dottoressa, Francesca Pezzoli, dirigente medica del 118 del Lazio, non ci sono stati dubbi: sarebbe stata lei, in videochiamata, ad aiutare la coppia di neogenitori nel parto a distanza, seguendoli con un videochiamata.

Il parto a distanza: "Non c'era tempo, l'ho aiutata nel parto in casa"

Il parto è avvenuto nella mattina della giornata di ieri, martedì 3 giugno 2025, dopo una telefonata arrivata al numero di emergenza unico nue 112 verso le ore 9.30. "Aiutateci, sta nascendo", dicevano in tono agitato i due neogenitori, non sapendo cosa fare. La sala operativa ha passato la chiamata al 118 dove era di turno la dottoressa Pezzoli che decide immediatamente come agire.

"Non c'era tempo, le contrazioni erano ravvicinate: la distanza fra l'una e l'altra era di appena due minuti – ha raccontato a il Corriere della Sera la medica – Spostare la donna nell'ospedale più vicino, a circa 8 chilometri di distanza, sarebbe potuto essere pericoloso. Così mi sono collegata in videochiamata tramite la app FlagMii, utilizzata per le emergenze sanitarie". Le neomamma, una ventiquattrenne di origine filippina, si trovava al nono mese di gravidanza, era spaventata all'idea di partorire a casa. "Aveva paura che la piccola potesse morire, ma non c'erano alternative".

Il parto in casa in videochiamata

"Ho raggiunto il cellulare del marito in videochiamata: è stato lui a spiegarmi il genere di gravidanza portata avanti dalla donna. Nel frattempo l'aiutava – spiega ancora la dottoressa – È andata in camera, sul letto. Le ho detto di assumere la posizione ginecologica e come tenere le gambe, le ho spiegato come respirare e assecondare la spinta".

Dopo quindici minuti la piccola era già nata. "Sono bastate otto spinte. Ha pianto subito, era sana e respirava bene. Non abbiamo fatto tagliare il cordone ombelicale e, per evitare uno shock termico, è stata subito messa addosso alla mamma". È stato in quel momento che è arrivata l'unità infermieristica che, con l'operatrice sanitaria Silvia Angeli Felicioni, ha controllato i parametri vitali, somministrato e le terapie e organizzato il ricovero delle due all'ospedale Cristo Re.

"Intervenire così, da remoto, aiuta a bypassare la carenza di medici sul territorio. E, in alcuni casi, può salvare la vita ai pazienti, ad esempio, in caso di infarto", conclude poi la dottoressa.

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