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Una ‘clessidra’ per il cuore salva la vita a una 21enne: la prima volta in Italia al Bambino Gesù

Per la prima volta in Italia, i medici del Bambino Gesù hanno quindi utilizzato, per via compassionevole, un transcatetere di ultima generazione che ha salvato la vita a una ragazza di 21 anni.
A cura di Enrico Tata
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In un cuore sano la valvola polmonare, che si trova tra il ventricolo destro e l'arteria polmonare, si apre per permettere al sangue di procedere verso i polmoni per ossigenarsi e poi si chiude, per impedirgli di tornare indietro lungo il canale dell'efflusso destro. Nelle persone affette da alcune cardiopatie congenite, come una paziente di 21 anni in cura all'ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma, questa funzione è compromessa e quindi si verifica un rigurgito polmonare. Cioè, il sangue torna indietro.

Questo problema si risolve con alcune protesi valvolari ai polmoni che vengono sistemate tramite un intervento a cuore aperto, oppure per via endoscopica. L'impianto per via endoscopica, però, può essere impedito, spiega il Bambino Gesù, "dalla morfologia irregolare dell'efflusso destro, che può presentare un'eccessiva dilatazione a causa di precedenti interventi chirurgici o di altri fattori". È proprio il caso della ragazza, seguita dai medici dell'ospedale romano per una grave stenosi polmonari. Non poteva sostenere né un'operazione a cuore aperto né un intervento in endoscopia tradizionale.

Per la prima volta in Italia, i medici del Bambino Gesù hanno quindi utilizzato, per via compassionevole, un transcatetere di ultima generazione. Questo dispositivo permette di posizionare le valvole polmonari per via endoscopica, quindi senza fare ricorso a un'operazione a cuore aperto.

Gli specialisti dell'Unità operativa di Cardiologia interventistica, diretta dal dottor Gianfranco Butera, hanno utilizzato il sistema Alterra Adaptive Present, già in uso negli Stati Uniti, ma non in Europa e per questo è stato necessario un via libera ufficiale dal ministero della Salute. Ha due componenti: "uno stent autoespandibile in metallo, che funge da riduttore del diametro dell'efflusso destro dilatato. Una sorta di condotto a forma di clessidra che fornisce la base di appoggio per il secondo componente, una valvola polmonare standard. Grazie a questo sistema è possibile intervenire per via endoscopica anche nel caso di dilatazioni dell'efflusso destro fino a 42-44 millimetri, contro i 29 millimetri al massimo gestibili con i dispositivi transcatetere tradizionali". La ‘clessidra' metallica, inoltre, non subisce deterioramenti nel tempo.

La paziente sta bene ed è stata dimessa dopo appena due giorni dalla procedura. "È un risultato importante in termini di vissuto del paziente che viene sottoposto a un minore stress fisico e psicologico rispetto a un intervento chirurgico a cuore aperto. E rappresenta un vantaggio anche per il Servizio sanitario nazionale per il minore impegno di risorse. La cardiologia interventistica si basa sulla continua evoluzione tecnologica. Solo al Bambino Gesù saremo in grado passare da un numero di 25-30 pazienti l’anno ad almeno 45-50. Oggi, grazie all’autorizzazione del Ministero della salute, siamo felici di aver potuto rispondere all’esigenza di cura di una nostra paziente per la quale l’attesa avrebbe rappresentato un rischio troppo elevato", ha spiegato il dottor Butera.

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