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Rivolta in Libia: l’esercito di Gheddafi si riprende al-Zawiya, centinaia di morti

La controffensiva è cominciata e la prima città a cadere è Zawiya, 50 chimoletri da Tripoli e porta di accesso per la capitale. Un guerra durata giorni che si è conclusa con la vittoria del colonnello.
A cura di Alessio Viscardi
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libia carro armato zawiyah

Una stima precisa dei morti è impossibile, perché i cadaveri vengono portati via dai camion dell'esercito libico al soldo di Muammar Gheddafi. La controffensiva è cominciata e la prima città a cadere è Zawiya, 50 chimoletri da Tripoli e porta di accesso per la capitale. Un guerra durata giorni, con le milizie di Gheddafi armate di carri armati e caccia bombardieri e gli insorti con in braccio qualche fucile e le armi recuperate nei depositi militari. La battaglia di Zawiya si è conclusa con la vittoria del colonnello. La zona è off-limits per la stampa, i giornalisti vengono tenuti dietro le linee dei tank schierati all'entrata della città. Ufficialmente, è per garantire la loro sicurezza. In realtà, quando i carri armati sono arrivati in città hanno cominciato a sparare all'impazzata su persone e case, massacrando tanto gli insorti quanto le famiglie di civili rimaste intrappolate nei propri appartamenti. Anche una moschea è caduta sotto il fuoco dell'esercito.

L'aviazione militare ha bombardato indiscriminatamente la città, eppure i ribelli affermano di essere riusciti a respingere gli assalti delle forze del colonnello. Di tutt'altro avviso la versione fornita dall'esercito, secondo cui Zawiya è tornata sotto il controllo del governo nazionale. Un medico della città ha definito “massacro” quello che è successo ieri. Tripoli chiede la cessazione delle sanzioni applicate al regime di Gheddafi, ribadendo di aver fatto uso legittimo della forza contro i rivoltosi. La rivolta in Libia sembra non accennare a concludersi.

L'insurrezione non si placa, la città portuale di Ras Lanuf – stando a quanto sostenuto dal coordinamento centrale dei ribelli – sarebbe stata sottratta alle forze militari della Libia. Qui ci sono importanti stabilimenti petrolchimici e funge da porta di accesso per Sirte, la città natale di Muammar Gheddafi e fulcro del potere della sua tribù beduina.

La situazione di Zawiya rimane drammatica: “Ci sono decine di morti, stanno sparando anche sulla moschea. Al Zawiya è una città martire”, testimonia un residente.

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