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Rigopiano, la zia del bimbo orfano: “Lo Stato ci ha abbandonato”

“Ci aspettavamo un aiuto, ma per garantire un futuro ad Edoardo e ai suoi fratelli possiamo contare solo sulle donazioni dei privati” dice Simona Di Carlo, zia degli orfani di Rigopiano.
A cura di Biagio Chiariello
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Perdere entrambi i genitori ad appena 10 anni. Edoardo Di Carlo è uno dei sopravvissuti della tragedia di Rigopiano. Sotto le macerie dell’albergo ha perso mamma e papà lo scorso 18 gennaio 2017, quando una slavina ha travolto la struttura provocando 29 vittime, tra cui Nadia Acconciamessa, 47 anni, e Sebastiano Di Carlo, 49. Il loro figlioletto si è invece salvato miracolosamente ed è anche per lui, per andare avanti, che i due fratelli più grandi, Riccardo Piergiovanni (20 e 18 anni) in questi mesi hanno cercato di reagire, riaprendo la pizzeria che i genitori avevano inaugurato a Loreto Aprutino 5 anni fa. Di loro tre ora si sta occupando la zia Simona Di Carlo, sorella di Sebastiano, che a Repubblica denuncia: "Lo Stato ci ha abbandonato. Ci aspettavamo un aiuto, ma per lui solo donazioni da privati".

Edoardo e i suoi fratelli non potranno contare  su un fondo pensionistico: lo Stato infatti non prevede alcuna risorsa economica per i parenti delle vittime di una tragedia come quella di Rigopiano, neppure per chi è allo stesso tempo superstite e orfano. "Stiamo provvedendo a Edoardo e ai suoi fratelli Riccardo e Piergiovanni con la forze delle nostre famiglie, ma economicamente possiamo contare solo sulle donazione dei privati", racconta ancora Simona Di Carlo. La donna però spiega: "Mi aspettavo lo stesso un aiuto dallo Stato, una cifra forfait per ricominciare e colmare i debiti in sospeso. Questi ragazzi sono rimasti senza genitori, dobbiamo garantire loro un futuro: Edoardo è minorenne, Riccardo va all'università, Piergiovanni alle superiori", dice ancora la zia. "La verità – ribadisce con amarezza – è che ci sentiamo abbandonati dallo Stato".

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