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Referendum Costituzione, M5S: “Renzi vuole farlo slittare a novembre”

Ancora polemiche sulla data del referendum, dopo che il Consiglio dei ministri ha scelto di non affrontare la questione nella seduta di ieri.
A cura di Redazione
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Non si ferma la polemica politica intorno al tema della data del referendum confermativo sulla riforma della Costituzione che porta la firma di Matteo Renzi e Maria Elena Boschi. Nessuna novità è infatti arrivata dalla riunione del Consiglio dei ministri di ieri, con il Governo che ha scelto di prendere tempo prima di individuare la data precisa della consultazione.

Ricordiamo intanto quali sono le scadenze temporali:

Per legge, il referendum è indetto con decreto della Presidenza della Repubblica su proposta del Consiglio dei ministri. Il Governo ha 60 giorni di tempo dall’ok della Cassazione per deliberare una data da sottoporre al Capo dello Stato. Dopo il decreto del Quirinale si apre la fase di campagna elettorale, che può durare dai 50 ai 70 giorni.

Tocca al Governo deliberare, dunque. Ed è per questo che le opposizioni attaccano a testa bassa, ipotizzando che l’esecutivo voglia prendere tempo (per una serie di ragioni che vi abbiamo spiegato qui). Oggi tocca al Movimento 5 Stelle pubblicare una dura nota in cui si attacca il Presidente del Consiglio per la scelta di non aver deciso la data nel corso dell’ultimo Consiglio dei Ministri:

Hanno esaminato 45 leggi delle regioni e delle province autonome, organizzato il balletto delle nomine agostane tra cui prefetti, direttore dell'Isin (il già plenipotenziario dirigente del ministero dell'Ambiente Maurizio Pernice), prolungato lo "stato di emergenza" per le alluvioni sarde, così da confermare i poteri speciali alla protezione civile, il tutto, tra l'altro, in appena un'ora. Ma guarda caso, anche questa volta, Renzi e company non hanno trovato un minuto per stabilire la data del referendum. Nessuna traccia di una decisione talmente importante che, per citare il ministro Boschi, "se dovesse vincere il no non si rispetterebbe il Parlamento. La determinazione della data non e' cosa da poco, ricordiamo al governo: ci sono 60 giorni di tempo per convocarlo. Passando questa settimana non potrà essere fissato il 2 ottobre, quindi se passa tutto agosto, il referendum slitterà a novembre. E all'orizzonte ci sono incroci pericolosi con la sessione di bilancio. Insomma, Renzi non vede l'ora di regalare 500 milioni ai poveri, tanto che ieri in un Consiglio dei ministri di un'ora appena ha trovato tempo per tutto, ma non per la data del referendum

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