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Reddito di cittadinanza, le ultime notizie

Reddito di cittadinanza-quota 100, il Senato approva il decretone: ora è legge

Il Senato ha approvato il decretone su reddito di cittadinanza e quota 100: ora il provvedimento è ufficialmente legge, dopo le modifiche apportate nelle scorse settimane sia a Palazzo Madama che alla Camera dei deputati. Il provvedimento contiene le regole delle due misure fortemente volute da M5s e Lega e finanziate con la legge di Bilancio.
A cura di Stefano Rizzuti
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Il Senato ha approvato, in via definitiva, il decretone contenente le regole del reddito di cittadinanza e della quota 100 in tema di pensioni. Dall’Aula di Palazzo Madama è arrivato il via libera definitivo al provvedimento, approvato con 150 voti favorevoli, 107 contrari e 7 astenuti. Il testo è stato varato dal Senato in terza lettura, dopo le ultime modifiche approvate alla Camera dei deputati, e diventa ora ufficialmente legge. In quest’ultimo passaggio parlamentare, il decretone non ha subito alcuna modifica e tutti gli emendamenti proposti sono stati bocciati, poiché il decreto scadeva il 29 marzo e non era quindi possibile inviarlo nuovamente alla Camera per un nuovo esame, come sarebbe avvenuto in caso di cambiamenti al testo.

Si sono opposti al decretone Pd, Forza Italia e Fratelli d’Italia. Oggi alcuni esponenti di Fratelli d’Italia hanno organizzato un flash mob per contestare proprio il reddito di cittadinanza “perché è un provvedimento di natura assistenziale ed elettorale che non creerà un solo posto di lavoro e perché andrà in tasca di molti pregiudicati condannati anche per reati gravi. La nostra proposta era di creare lavoro di cittadinanza, far cioè pagare meno alle imprese in modo da dare più soldi a chi lavora e a chi produce ricchezza”.

Da Leu arriva invece l’astensione: “Noi siamo a favore di una misura di sostegno al reddito e di contrasto alle povertà – dichiara Francesco Laforgia – non abbiamo mai avuto un pregiudizio nei confronti del reddito di cittadinanza ma siamo molto preoccupati perché rispetto all'implementazione di questo provvedimento ci sono buchi importanti e contraddizioni”. Il reddito, ricorda Leu, “non arriverà laddove deve arrivare in alcuni casi, pensiamo ai senza fissa dimora, ai minori poveri. Pensiamo che questa misura sia molto restrittiva rispetto al criterio della residenza, fatta contro i migranti, però non ci sentiamo di votare contro. Ci asterremo, come abbiamo fatto in prima lettura e nel passaggio alla Camera perché pensiamo sia importante istituire uno strumento di contrasto alle povertà in un paese in cui le disuguaglianze sono aumentate”.

Cos’è il reddito di cittadinanza

Il reddito di cittadinanza è la misura voluta dal Movimento 5 Stelle e introdotta con la legge di Bilancio, con un finanziamento rivolto in parte ai beneficiari e in parte ai navigator e al rinnovamento dei centri per l’impiego. Potrà accedere alla misura chi ha un reddito Isee inferiore ai 9.360 euro: per un beneficiario single si può arrivare a un sussidio da 780 euro al mese, di cui 500 per il vero e proprio reddito e altri 280 in caso di affitto da pagare. I beneficiari del reddito potranno ricevere la cifra mensile – che cresce in caso di famiglie numerose – attraverso la Rdc card, una sorta di prepagata con cui spendere il sussidio. Sarà possibile prelevare solo 100 euro al mese, gli altri soldi dovranno essere spesi direttamente attraverso la card, che non sarà riconoscibile.

Cos’è la quota 100

La quota 100 non cancella la legge Fornero ma è una misura sperimentale che durerà tre anni e permetterà a chi ha almeno 62 anni di età e almeno 38 di contributi versati di anticipare la pensione. Il ritiro dal mondo del lavoro avverrà senza penalizzazioni, ma con un taglio dell’assegno previdenziale dovuto al fatto che per andare in anticipo in pensione vengono versati contributi per meno anni rispetto a quanto inizialmente previsto. Sempre in tema di pensioni, con il decreto si introduce anche il riscatto della laurea agevolato: lo potrà chiedere chiunque non abbia versato contributi prima del 1996, per un totale che non può essere superiore al numero di anni del corso universitario. Allo stesso modo, si prevede il riscatto agevolato per i buchi contributivi.

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