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Concordia, parla un allievo: “Schettino saltò prima di me su una scialuppa”

Stamane, nel corso del processo a Grosseto per il naufragio della nave Costa Concordia, ha testimoniato l’allievo ufficiale Stefano Iannelli che lasciò la nave insieme a Schettino. Le prime parole del comandante? “Ho finito di navigare”.
A cura di Susanna Picone
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È andata in scena oggi a Grosseto un’altra udienza del processo per il naufragio della Costa Concordia che vede imputato il comandante Francesco Schettino. A testimoniare in aula e a ripercorrere i drammatici momenti della notte del naufragio all’Isola del Giglio c’era l’allievo ufficiale della Concordia Stefano Iannelli. Dinanzi alla corte e allo stesso Schettino, presente anche oggi a Grosseto, Iannelli ha ricordato quando il comandante e gli altri ufficiali hanno abbandonato la nave: “Il comandante Schettino saltò, poco prima di me, sul tetto di una scialuppa al ponte 4”, ha detto l’ufficiale di coperta. “Sul ponte 4, su lato di dritta si era formata una catena umana, per non scivolare, io facevo parte del team di soccorso Tango India e intervenimmo su almeno cinque infortuni”, così rispondendo alle domande del pm.  L’ufficiale ha dunque raccontato di aver raggiunto la scialuppa di salvataggio: “Quando non vedevo più nessun passeggero, insieme a Schettino, Garrone, un elettricista, un’infermiera della Concordia e Salvatore Ursino, arrivammo dove c’era una scialuppa. Io saltai sul tetto, il comandante Schettino vi era saltato poco prima”. Subito dopo, ricorda l’ufficiale, la nave si ribaltò di lato e il ponte 4 finì sott’acqua.

Le parole di Schettino e la valigetta che aveva con sé – Iannelli ha anche testimoniato di aver recuperato alcuni passeggeri che si trovavano in mare mentre con la scialuppa viaggiavano verso il Giglio. L’ufficiale ha parlato anche dei momenti immediatamente successivi all’urto della nave. Ha ricordato l’urlo dell’ufficiale Salvatore Ursino e le parole pronunciate da Schettino. “Cosa ho fatto? Ho finito di navigare”: questa sarebbe stata, secondo Iannelli, la frase del comandante dopo l’urto al largo dell’Isola del Giglio. Lo stesso ufficiale ha parlato a Grosseto anche di una valigetta che Schettino avrebbe portato con sé: “L’ufficiale Salvatore Ursino – ha spiegato il testimone – mi riferì, nelle fasi dello sbarco al Giglio, di aver visto che il comandante Francesco Schettino teneva tra le gambe una valigetta”.

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