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Prato, figlio con minore: lei nega di aver avuto rapporti col ragazzo prima dei suoi 14 anni

“La signora ha chiarito la propria versione dei fatti non modificandola, ha fornito spiegazioni al gip e ha risposto a tutte le sue domande”, hanno spiegato gli avvocati della donna di trentuno anni di Prato arrestata per atti sessuali con minore e violenza sessuale per induzione. L’operatrice socio sanitaria ha avuto un figlio dal 15enne col quale aveva rapporti.
A cura di Susanna Picone
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“La signora ha chiarito la propria versione dei fatti non modificandola, ha fornito spiegazioni al gip e ha risposto a tutte le sue domande”: questo è quanto dichiarato dagli avvocati Mattia Alfano e Massimo Nistri, difensori della operatrice socio sanitaria di Prato arrestata la scorsa settimana per atti sessuali con minore e violenza sessuale per induzione. Gli avvocati hanno parlato all'uscita dall'interrogatorio di garanzia davanti al gip, andato in scena martedì mattina e durato circa due ore e mezzo. Come annunciato prima dell’interrogatorio dagli stessi avvocati, la trentunenne che dal minore col quale ha avuto una relazione ha anche avuto un bambino ha risposto alle domande del giudice. In sostanza la donna avrebbe ribadito e chiarito quando già dichiarato prima del suo arresto davanti al procuratore Giuseppe Nicolosi e ai due sostituti Gestri e Boscagli. In quella occasione, come rilevato nella misura cautelare, la trentunenne avrebbe confermato i rapporti col ragazzino ma al tempo stesso avrebbe negato di aver fatto sesso con il minore fino al compimento del suo quattordicesimo anno di età. Secondo l'accusa, la donna invece avrebbe avuto i primi rapporti sessuali con il minorenne quando questo non aveva ancora compiuto quell’età.

Richiesta incidente probatorio per il minore – Gli avvocati della trentunenne al termine dell’interrogatorio hanno anche annunciato di non aver depositato al gip richiesta di revoca della misura di custodia cautelare, fatta invece al tribunale della libertà. Anche il marito della trentunenne è indagato per il reato di alterazione di stato, che si applica a chi modifica lo stato civile di un neonato. Secondo la procura di Prato, l’uomo avrebbe infatti riconosciuto il bambino nato dai rapporti col minorenne alterandone lo stato civile in maniera consapevole pur sapendo che il secondogenito della moglie non era suo figlio. Marito e moglie hanno avuto insieme un altro bambino che ora ha undici anni. Intanto il procuratore della Repubblica di Prato Giuseppe Nicolosi ha presentato al gip la richiesta di incidente probatorio per cristallizzare le dichiarazioni del minore che avrebbe subito gli abusi della donna che gli dava ripetizioni private.

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