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Vertice Lega – Pdl: avanti fino al 2013. Ma è tensione tra Berlusconi e Tremonti

Ad uscire trionfatore dall’incontro ad Arcore è il Ministro dell’Economia. A passare è la linea del rigore sui conti con l’obiettivo del pareggio bilancio nel 2014. Il premier: ”Taglio tasse? Vedremo cosa si potrà fare.”
A cura di Biagio Chiariello
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"Il rapporto fra la Lega e Pdl, tra Berlusconi e Bossi è solido". Lo ha detto il nuovo segretario del Pdl, Angelino Alfano, ai cronisti appostati all'esterno di villa San Martino ad Arcore, dove ieri si è tenuto il vertice tra Pdl e stato maggiore della Lega. "Si è ulteriormente rafforzata la volontà di arrivare a fine legislatura, l'alleanza è solida e il governo va avanti fino al 2013. La maggioranza è in grado di dare stabilità e portare aventi le riforme", ha aggiunto l'ormai ex ministro della Giustizia. Sembra tenere, almeno a parole, l'alleanza tra il Senatùr e il Cavaliere. Anche se l'impressione è che non sia arrivata quella sterzata decisiva sul fronte fiscale o sul team di governo che in molti, sia nel Carroccio che nel Pdl, si aspettavano.  All'incontro durata circa tre ore hanno preso parte, tra gli altri, anche Ghedini, Maroni, Calderoli e Tremonti. Ed è proprio da quest'ultimo che sembra arrivare l'unica verità del vertice di maggioranza. Il super ministro dell'economia è riuscito ancora una volta a dettare la linea del rigore sui conti, non senza scontrarsi col premier, per raggiungere l’obiettivo del pareggio del bilancio entro tre anni, come annunciato da Alfano.

Silvio Berlusconi ha lasciato la propria villa in elicottero per recarsi a Roma, dove in serata, uscendo da Palazzo Grazioli, ha risposto ad alcune domande dei giornalisti. O meglio ha spiegato che "ha già detto tutto Alfano". E a chi gli chiede ipotesi sul taglio delle tasse, risponde: "Abbiamo in programma la riforma fiscale, poi vedremo cosa si potrà fare". Parole che sembrano quasi pronunciate da Tremonti che avrebbe riaffermato ancora una volta l'avventatezza che avrebbe un'operazione del genere: non solo Bruxelles ha gli occhi puntati sui nostri conti pubblici, ma soprattutto le agenzie di rating come Standard & Poor's che recentemente ha passato l'outlook dell'Italia da stabile a negativo.

Insomma, ad uscire vincitore dall'incontro di Arcore è Tremonti. Nessuna dichiarazione da parte dei membri della Lega ai quali sembra andare comunque stretta  la promessa caldeggiata dal premier di Ministeri al Nord, se non ufficialmente, almeno come Dipartimenti decentrati ma "altamente operativi" – decisione ovviamente indigesta a Roma. E' questo lo stato delle cose. Bossi, che già prima dei ballottaggi aveva assicurato che la Lega non si sarebbe fatta trascinare giù dal Pdl in caso di debacle elettorale, vorrebbe una svolta che potrebbe tradursi anche in elezioni anticipate nel 2012. Ma il premier chiosa.

Non è un caso se la riunione era stata commentata con queste parole dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta: "Dovrò uscire perché, come avrete letto sui giornali, la giornata si preannuncia piuttosto calda, non solo dal punto di vista meteorologico".

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