“Un mandato in più ai vertici dell’Ordine degli Avvocati”: l’assist di Zanettin (FI) al suo socio di studio legale
I decreti omnibus sono battezzati con questo nome, nel linguaggio della politica, perché mettono insieme tanti argomenti e materie diverse. Sono così ampi ed eterogenei da prestarsi facilmente, nel passaggio alle Camere, a un assalto alla diligenza che punta ad aumentarne ulteriormente la portata. Molti parlamentari cercano di buttare dentro il calderone una micro-misura, una norma a favore di questa o quell'altra categoria, uno stanziamento o un favore a qualcuno o qualcosa. L'ultimo decreto di questo tipo – varato dal governo Meloni il 7 agosto – non fa eccezione. Arrivato in Commissione Finanze al Senato è stato sommerso da oltre 700 emendamenti. Quasi 300 sono di esponenti della maggioranza.
Spulciando tra i testi, in effetti, si trova di tutto: dalla richiesta di abbassare il prelievo sulle scommesse sui cavalli all'istituzione di un fondo per la promozione dell'arte moderna italiana all'estero. Scorrendo il fascicolo, ci è caduto l'occhio in particolare sull'emendamento 7.0.20, che chiede di sostituire in un articolo di legge i termini "due mandati consecutivi" con "tre mandati consecutivi". Subito il pensiero è corso alla diatriba, interna al centrodestra, sul terzo mandato per i governatori di Regione e sulla guerra intorno alla poltrona del presidente del Veneto, Luca Zaia. Vuoi vedere – abbiamo pensato – che la Lega sta provando a spingere ancora per una deroga al limite dei due mandati, così da riconfermare Zaia come candidato governatore nel 2025?
Il terzo mandato per gli avvocati
Le cose però non tornavano, perché la prima firma all'emendamento non è di un leghista, ma del senatore di Forza Italia Pierantonio Zanettin. Avvocato, già componente del Csm, Zanettin è sì veneto, ma in Parlamento si è guadagnato fama e titoli per le battaglie sui temi della giustizia, non certo per gli interventi nella politica regionale. E infatti la sua proposta non riguarda i vertici politici delle Regioni, ma quelli dell'Ordine degli Avvocati. L'emendamento propone infatti di alzare da due a tre il limite massimo dei mandati elettivi nei Consigli degli Ordini Forensi, gli organismi professionali di rappresentanza degli avvocati, a livello nazionale e locale.
Basta fare una veloce ricerca per scoprire che tra chi potrebbe beneficiare della norma, qualora fosse approvata, c'è anche l'avvocato Alessandro Moscatelli, eletto per la prima volta al vertice dell'Ordine degli Avvocati di Vicenza nel 2019 e riconfermato nel 2023. Moscatelli ha dunque in corso il suo secondo mandato al termine del quale, secondo le leggi attuali, dovrebbe lasciare l'incarico. Se l'emendamento Zanettin venisse approvato, invece, potrebbe teoricamente candidarsi di nuovo nel 2026.
Nella città veneta, il presidente dell'Ordine degli Avvocati di Vicenza è anche socio dello studio legale Zanettin-Moscatelli. Non si tratta di un caso di omonimia. L'altro socio dello studio è proprio Pierantonio Zanettin, il senatore di Forza Italia, presentatore della proposta per aumentare da due a tre il numero dei mandati ai vertici dei Consigli Forensi. Ora, va detto che Moscatelli non sarebbe certo l'unico avvocato in Italia a poter beneficiare della norma, né è dato sapere oggi se intenda ricandidarsi o meno. La circostanza però rimane particolare è conferma un vecchio assunto: un amico avvocato fa sempre comodo, specie se siede in Parlamento.