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News sul caso Daniela Santanchè

Tutte le accuse a Daniela Santanchè, cosa è successo e perché si è aperto un caso politico

La ministra del Turismo Daniela Santanchè è da settimane al centro di una polemica incentrata sulla gestione di due società: Visibilia, di cui è fondatrice, e Ki Group, di cui è stata socia. La ministra risulta anche indagata per falso in bilancio e bancarotta, insieme ad altre persone tra cui il compagno e la sorella.
A cura di Luca Pons
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News sul caso Daniela Santanchè

Daniela Santanchè, ministra del Turismo nel governo Meloni, è al centro di un caso politico che ha visto buona parte delle opposizioni chiedere le sue dimissioni. Nonostante alcune informazioni fossero note già in precedenza, a far scoppiare la polemica è stata un'inchiesta di Report. Nella puntata andata in onda il 19 giugno, la trasmissione ha raccolto le testimonianze di alcuni dipendenti di Visibilia, il gruppo fondato da Santanchè, e Ki Group, un'azienda di cui la ministra è stata socia.

Per alcuni di questi fatti, legati in particolare a Visibilia, la ministra è attualmente indagata dalla procura di Milano per falso in bilancio e bancarotta. Insieme a lei nel registro degli indagati ci sono anche il compagno Dimitri Kuntz D'Asburgo e la sorella Fiorella Garnero. L'ipotesi di bancarotta, però, sembra destinata a cadere dopo che una società del gruppo Visibilia ha trovato un accordo con l'Agenzia delle Entrate per rientrare dei debiti accumulati. Santanchè è stata chiamata a rendere conto delle sue attività in una informativa in Senato, dopo la quale le opposizioni non hanno comunque fatto passi indietro.

La richiesta arrivata da diverse parti della minoranza era che Santanchè rassegnasse le dimissioni. Il Movimento 5 stelle aveva anche presentato una mozione di sfiducia nei suoi confronti, discussa il 26 luglio in Senato. L'Aula ha respinto la mozione: hanno votato a favore M5s, Pd e Avs, mentre il Terzo polo non ha partecipato al voto. In una nuova puntata sul tema trasmessa il 10 luglio, Report ha smentito alcuni dei passaggi del discorso di Santanchè a Palazzo Madama: ad esempio sui compensi ricevuti da Ki Group, la partecipazione nella società e la testimonianza dell'impiegata messa in cassa integrazione a zero e fatta lavorare comunque.

Le ultime notizie sul caso Santanchè

A fine agosto è stata diffusa la notizia che la società Visibilia Srl ha trovato un accordo con il Fisco: rispetto a un debito di 2 milioni di euro, la società che faceva riferimento alla ministra Santanchè si sarebbe impegnata a versare 1,5 milioni in cinque anni. La proposta iniziale di Visibilia, rifiutata dall'Agenzia delle Entrate, era di versare 1,2 milioni di euro in dieci anni. Saldando questo debito, dovrebbe essere esclusa l'ipotesi bancarotta per le società del gruppo. Questo lascerebbe sul tavolo delle indagini ‘solo' l'ipotesi di falso in bilancio, per la società Visibilia editore, tra gli anni 2016 e 2022.

Intanto la Consob – autorità indipendente di vigilanza su società e intermediari finanziari – ha effettuati dei controlli sull'andamento di Visibilia editore negli scorsi mesi. A inizio agosto Luca Ruffino, presidente di Visibilia, si è tolto la vita. Dalle indagini, ancora in corso, non è emerso nulla che faccia pensare a un collegamento tra la sua morte e le questioni societarie. In ogni caso, nei mesi di giugno e luglio Ruffino e la sua società Sif Italia avevano aumentato la loro partecipazione in Visibilia arrivando a detenere il 71% delle azioni, mentre al mercato avevano dichiarato solamente il 45%. Infatti, gli acquisti di quel periodo (più di 330mila euro) non erano stati inseriti nelle comunicazioni obbligatorie al mercato. Negli stessi mesi c'è stata una forte risalita del prezzo delle azioni.

A seguito dell'approfondimento della Consob, il 30 agosto il titolo si Visibilia editore è stato sospeso. È circolata anche la notizia che la Procura di Milano – la stessa che indaga su falso in bilancio e bancarotta – avrebbe valutato l'apertura di un nuovo filone d'inchiesta, per approfondire le conseguenze di questi movimenti azionari.

Cosa avrebbe fatto Daniela Santanchè: le accuse e la richiesta di dimissioni

A dare il via al caso politico e mediatico è stata un'inchiesta di Report (Rai 3), intitolata "Open to fallimento". Il nome è un riferimento alla campagna promozionale "Open to meraviglia", creata dal ministero del Turismo proprio sotto Santanchè. L'inchiesta, firmata da Giorgio Mottola, ha indagato sulle attività imprenditoriali della ministra, per quanto riguarda le società Visibilia e Ki Group.

Le accuse giornalistiche nei confronti di Santanchè riguardano una presunta gestione irresponsabile delle società in questione. Ki Group avrebbe accumulato debiti con i fornitori, mettendo anche in forte difficoltà alcuni di questi, e avrebbe licenziato alcuni dipendenti senza riconoscergli il trattamento di fine rapporto.

Visibilia editore, di cui è fondatrice e in cui non è più azionista principale da inizio 2022, avrebbe accumulato debiti e quando si trovava in una situazione di crisi economica nel pieno della pandemia avrebbe anche messo una sua dipendente in cassa integrazione a zero ore senza avvisarla. Per questo motivo, la dipendente non avrebbe avuto l'obbligo di lavorare, ma non essendo stata avvisata avrebbe continuato a farlo.

In merito è stata anche presentata un'interrogazione alla ministra del Lavoro, Marina Calderone, che però si è limitata ad affermare che il ministero non ha poteri ispettivi. Nella seconda puntata di Report sul tema la dipendente interessata, Federica Bottiglione, ha confermato la sua versione dei fatti portando dei documenti a riprova. La Procura di Milano avrebbe aperto un'inchiesta per truffa aggravata ai danni dello Stato, al momento contro ignoti.

Di fronte a queste accuse, che con l'andare dei giorni si sono sommate ad altre circostanze sulla gestione finanziaria delle aziende e sul trattamento dei dipendenti, l'opposizione si è mossa in protesta. Molti esponenti della minoranza hanno chiesto le dimissioni di Santanchè da ministra del Turismo, perché non avrebbe rispettato i criteri imposti dalla Costituzione per chi svolge un incarico pubblico ("disciplina e onore", articolo 54) e in generale la sua presenza avrebbe l'effetto di ridurre la credibilità del governo. Il Movimento 5 stelle ha presentato in Parlamento una mozione di sfiducia, che è stata poi respinta in Aula.

Le attività di Ki Group e Visibilia

I problemi sollevati sul gruppo Visibilia (che raccoglie quattro società distinte) riguardano soprattutto i bilanci in rosso. A fine 2022 il tribunale di Milano ha chiesto per le quattro società il fallimento – richiesta poi ritirata per due di loro dopo il pagamento di parte dei debiti, mentre la terza ha raggiunto un accordo e la quarta dovrebbe trovarsi in una situazione migliore del previsto.

Ma per Visibilia c'è anche il caso di una dipendente messa in cassa integrazione a zero ore senza essere avvisata, che quindi avrebbe continuato a lavorare normalmente. La ministra ha smentito che le cose siano andate così, dicendo che la persona in questione "non ha più messo piede" dentro l'azienda. La dipendente, Federica Bottiglione, ha però parlato a Report ribadendo la sua versione dei fatti. Ci sarebbero, secondo la trasmissione, numerosi documenti firmati da Bottiglione in quel periodo a dimostrazione della sua presenza. Sul caso la Procura di Milano avrebbe aperto un'inchiesta contro ignoti per truffa aggravata ai danni dello Stato.

Per Ki Group, azienda di alimentare biologico, il problema è invece il licenziamento di alcuni dipendenti che non avrebbero ricevuto il trattamento di fine rapporto, o tfr. In particolare, di fronte ai debiti di Ki Group Spa, sarebbe stata creata un'altra azienda, Ki Group Srl. La vecchia azienda avrebbe tenuto milioni di euro di debiti con dei fornitori, e nel passaggio tra le due sarebbero avvenuti i licenziamenti. Anche in questo caso, all'origine del problema ci sarebbero stati dei debiti con dei fornitori mai pagati: ad esempio l'azienda fornitrice AT&B sarebbe andata in crisi a seguito dei pagamenti mancanti.

Le testimonianze degli ex dipendenti

Alla base dei problemi della ministra ci sarebbero le testimonianze di alcuni dipendenti. In particolare, diverse persone che lavoravano per Ki Group hanno detto di aver avuto contatti diretti con la ministra, e di non aver mai ricevuto il tfr. Santanchè, in Senato, ha detto di non aver avuto un ruolo attivo nella gestione dell'azienda, in quanto possedeva solo il 5% delle azioni.

Alcuni ex dipendenti, però, hanno preso parte a una conferenza stampa subito dopo l'informativa della ministra per affermare che invece avevano parlato direttamente con Santanchè per quanto riguarda i pagamenti e altri affari dell'azienda. A supporto di ciò, sono state mostrate chat telefoniche e immagini di videochiamate. Una nuova puntata di Report ha sostenuto che, guardando ai bilanci, la ministra già nel 2013 deteneva il 14,9% di Bioera, la controllante di Ki Group. Tramite un accordo con Canio Mazzaro, ex marito, avrebbe poi esercitato un controllo vero e proprio dell'azienda. E Bioera avrebbe finanziato Visibilia con 1,3 milioni di euro.

Sul fronte di Visibilia, c'è poi Federica Bottiglione, la ex responsabile degli affari societari, che ha fatto causa all'azienda per essere stata messa in cassa integrazione Covid senza avviso. A Report, Bottiglione ha affermato che in quel periodo sarebbe stata pagata circa 1000 euro al mese a titolo di rimborso spese, per compensare il suo stipendio e non ‘farle notare' la differenza tra il suo solito stipendio e la cassa integrazione. Sempre nel periodo della pandemia, quando non sapeva di essere in cassa integrazione, le sarebbe stato fatto un contratto di consulenza in Senato, come assistente parlamentare sia di Daniela Santanchè che di Ignazio La Russa, allora entrambi senatori.

L'informativa in Senato e la mozione di sfiducia

A diversi giorni di distanza dalla prima puntata dell'inchiesta di Report, Santanchè ha riferito in Parlamento con un'informativa. Si è trattato di un discorso in Senato, che non ammetteva domande e non prevedeva una votazione al termine. Nel suo intervento la ministra ha attaccato alcuni giornali che avevano riportato la notizia della sua iscrizione nel registro degli indagati a Milano. Santanchè ha detto di non aver ricevuto alcun avviso di garanzia, anche se è poi emerso che l'iscrizione effettivamente c'era da mesi. Il motivo per cui è possibile che la ministra non lo sapesse è che la Procura non è obbligata a notificare a una persona che è indagata, se non deve svolgere operazioni particolari che richiedono la sua presenza. Anche nei giorni successivi, la ministra ha ribadito: "Non partecipo al processo mediatico. Non ho ancora ricevuto l'avviso di garanzia. Come tutti i cittadini mi difendo nei tribunali, dove peraltro le cose stanno andando bene".

Al termine dell'intervento, il parere della maggior parte delle opposizioni è stato che fosse stato insoddisfacente. Molti hanno continuato a chiedere le dimissioni, il Partito democratico ha detto di voler sentire altri ministri per rispondere nel merito sulla gestione delle aziende di Santanchè, che avrebbero anche avuto dei prestiti statali. Il Movimento 5 stelle ha deciso di presentare una mozione di sfiducia. In Senato Pd e Avs l'hanno sostenuta, mentre il Terzo polo non ha partecipato al voto. La maggioranza ha comunque avuto i numeri per respingerla.

La smentita di Report nell'ultima puntata dedicata alla ministra

Nella seconda puntata dedicata al caso Santanchè, andata in onda il 10 luglio, Report ha smentito diverse affermazioni fatte dalla ministra in Senato. In particolare la trasmissione ha contestato che la ministra controllasse solo il 5% di Ki Group srl, dato che possedeva il 14,9% di Bioera, società controllante di Ki Group. E, grazie a un patto parasociale, era parte della governance. Diverse immagini e chat telefoniche, in effetti, la mostrerebbero coinvolta in riunioni e decisioni di vario tipo collegate a Ki Group.

In più i suoi compensi annuali, tenendo conto sia di Ki Group che di Bioera, sarebbero arrivati a 2,5 milioni di euro in nove anni, e non ad alcune centinaia di migliaia di euro come affermato dalla ministra, che faceva riferimento solo a Ki Group. Queste nuove informazioni hanno nuovamente scaldato il mondo politico. Giuseppe Conte, leader del Movimento 5 stelle, è intervenuto dichiarando: "Per la ministra Santanchè il quadro si aggrava sempre più, dagli ultimi riscontri emerge che ha mentito quando è venuta al Senato, ha mentito quindi davanti al Paese, deve assolutamente dimettersi senza indugio e Meloni deve salvare l'onore delle istituzioni e costringerla alle dimissioni". La stessa richiesta è arrivata, poche ore dopo, dalla segretaria del Pd Elly Schlein.

Il caso delle multe con la Maserati

Un aspetto meno centrale nelle accuse rivolte alla ministra Santanchè riguarda anche il mancato pagamento di alcune multe, negli scorsi anni. Il Fatto quotidiano ha riportato che dal 2015 al 2019 una Maserati presa in leasing dalla ministra avrebbe ricevuto 462 accertamenti, la maggior parte per l'ingresso in Ztl. Ci sarebbero state anche 43 multe per divieto di sosta non pagate. In Senato, Santanchè ha dato la sua versione dei fatti: si sarebbe trattato di multe "di competenza dell'Arma dei carabinieri", perché la Maserati in questione sarebbe stata data "in comodato gratuito per non gravare sulle auto di scorta di proprietà statale".

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