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Trasparenza, la PA dovrà motivare il rigetto delle istanze di accesso agli atti

Il Freedom of information act in salsa italiana è stato modificato. A opporsi al testo originale è stata la commissione Affari costituzionali che ha richiesto l’introduzione di tre modifiche: niente silenzio-diniego, possibilità di opporre istanza di ricorso attraverso altri uffici pubblici che non siano il Tar e una lista precisa di materie che dovranno essere escluse dai meccanismi del nuovo decreto sulla trasparenza della Pa.
A cura di Charlotte Matteini
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E' una proposta di legge che ricalca il Freedom of Information act americano, il provvedimento sulla trasparenza adottato da 90 Paesi nel mondo e che permette ai cittadini di accedere agli atti della pubblica amministrazione. Il decreto attualmente al vaglio della Commissione Affari costituzionali, approvato in via preliminare dal Consiglio dei ministri qualche settimana fa, non ha esattamente riscosso grandi apprezzamenti, tanto che il governo, su spinta della commissione titolare del provvedimento, ha acconsentito a modificare i tre punti più controversi e le votazioni dovrebbero tenersi già verso la metà della prossima settimana.

Il testo originale, per esempio, prevedeva l'introduzione del cosiddetto "silenzio-diniego", ovvero una clausola secondo la quale, qualora la pubblica amministrazione contattata non dovesse rispondere e fornire l'atto richiesto entro 30 giorni, la richiesta avrebbe dovuto essere intesa come respinta. La prima modifica interviene proprio su questo punto, introducendo l'obbligo per gli uffici pubblici di fornire le motivazioni e spiegare perché non è stato possibile accogliere la richiesta. Niente più silenzio-diniego, quindi.

La seconda modifica riguarda invece i ricorsi. Il testo iniziale prevedeva che, nel caso in cui il cittadino non avesse ottenuto l'atto richiesto, avrebbe potuto rivolgersi solo a Tribunale amministrativo regionale per opporre un ricorso, un ente che stando ai dati recentemente divulgati avrebbe circa 250.000 pratiche in arretrato. Nel nuovo testo, invece, è previsto il "ricorso per via amministrativa", ovvero la possibilità di presentare un'istanza di opposizione attraverso un altro ufficio della pubblica amministrazione. Ufficio che però non è ancora stato individuato dal governo, che ha solamente escluso l'Anac di Raffaele Cantone dalla partita perché giudicata già gravata da troppe incombenze.

L’Anac, però, viene citata nella terza modifica al decreto, ovvero il punto che comprende la lista in cui vengono individuate le materie che non verranno toccate dalla nuova normativa sulla trasparenza. Nella vecchia versione approvata dal Cdm non solo i settori strategici come la sicurezza nazionale, la difesa e le relazioni internazionali venivano esclusi dal Foia in salsa italiana, ma anche la "tutela di interessi pubblici e privati giuridicamente rilevanti", formula così vaga che potrebbe comprendere qualsiasi eccezione. E proprio questo punto verrà riscritto dall'ente anticorruzione, che metterà a punto una serie di linee guida e chiarirà le eccezioni quali saranno le reali eccezioni alla trasparenza.

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