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Tav, intervista al ministro Sergio Costa: “Progetto rischioso, ma deciderà il Parlamento”

Il ministro dell’Ambiente Segio Costa è intervenuto nella redazione di Fanpage.it su diversi dossier, tra cui la realizzazione della Tav: “Ho fatto presente sin dall’inizio che scavare per 20 anni in un territorio come la Val di Susa con un’alta vena amiantifera è rischioso. Deciderà il parlamento, che sia una posizione o l’altra bisogna sempre rispettarlo”.
A cura di Annalisa Cangemi
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Il ministro dell'Ambiente Sergio Costa, in una video intervista rilasciata a Fanpage.it, in attesa del voto di domani mattina a Palazzo Madama sulle mozioni che riguardano la Tav, ha ribadito la sua posizione: "Vediamo cosa riserverà il dibattito parlamentare – ha precisato il ministro – io ho fatto presente sin dall'inizio che scavare per 20 anni in un territorio come la Val di Susa con un'alta vena amiantifera è rischioso. Deciderà il parlamento, che sia una posizione o l'altra bisogna sempre rispettare il parlamento, si può non essere d'accordo, ma è il parlamento che decide". 

Sono sei al momento le mozioni sull'alta velocità Torino Lione presentate al Senato, che verranno discusse nella seduta di domani in Aula. Secondo quanto si apprende, tutti i testi dovrebbero essere messi in votazione. Solo due mozioni sono contrarie all'opera: una è quella presentata dal M5S, che impegna il Parlamento a rivedere la Torino-Lione, l'altra è quella a prima firma del presidente del gruppo Misto Loredana De Petris (LeU) e che impegna il governo a non procedere alla realizzazione della Tav. Sono invece a favore della Tav le mozioni presentate da Pd, da Emma Bonino, da FdI e da FI.

Sull'Ilva Costa ha aggiunto che "il contratto era già stato chiuso da Calenda, mi sono chiamato Arcelor Mittal e ho chiesto di fare di più ma abbiamo rinegoziato quello che era possibile rinegoziare, si poteva fare di più ma se non ci fosse stato il contratto già firmato".

Il ministro dell'Ambiente, che è anche generale dei Carabinieri, si è anche espresso sulla bufera scoppiata per il caso dell'acquascooter a Milano Marittima, vicenda che ha investito il figlio del vicepremier leghista Matteo Salvini: "Io, se ho i portato i miei figli su una moto o una jeep, era la mia moto o la mia jeep oppure l'avevo affittata, non era certo quella della Carabinieri. La vicenda del figlio di Salvini su una moto d'acqua della polizia a Milano Marittima configura un reato che è sanzionato, attenzione non sanzionabile, ma sanzionato".

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