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Guerra in Ucraina

Tajani dice che soldati italiani e Nato non combatteranno in Ucraina: “Sarebbe terza guerra mondiale”

Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha ribadito che l’Italia e la Nato non hanno intenzione di inviare soldati per interventi diretti in Ucraina contro la Russia. Le conseguenze sarebbero “pericolosissime, anche una terza guerra mondiale”. Il presidente francese Macron, però, sembra spingere in direzione opposta.
A cura di Luca Pons
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"Siamo dalla parte dell'Ucraina ma non siamo in guerra con la Russia, non lo siamo mai stati". Questo è il ragionamento di Antonio Tajani, ministro degli Esteri del governo Meloni, che al Corriere della Sera ha chiarito come non ci sia nessuna intenzione di inviare soldati italiani in territorio ucraino: l'Italia sta con Kiev "dal punto di vista finanziario, economico in vista della ricostruzione, progettuale, materiale e anche militare. Ma non siamo in guerra con la Russia".

Si parla evidentemente di soldati presenti per iniziative militari, e non di supporto o appoggio: questi ultimi infatti sarebbero già in Ucraina, almeno secondo il ministero degli Esteri polacco Radoslaw Sikorski. La linea può sembrare sottile, Tajani ha spiegato: "Siamo schierati in aiuto di un Paese aggredito, in violazione di ogni regola internazionale, ed è un Paese alle porte dell’Europa". Ma l'obiettivo è "ottenere la pace, non allargare la guerra". Detto questo, l'Ucraina "non resterà sola, per arrivare ad una fine delle ostilità senza che uno Stato abbia occupato l’altro".

Tajani contro Macron: "È in campagna elettorale, ma nostra posizione è diversa"

Tajani ha sottolineato che "nessuno in ambito Nato ha mai parlato di intervento diretto, il conflitto rischierebbe di sfociare in nucleare" e le conseguenze sarebbero "pericolosissime, anche una terza guerra mondiale". In realtà, negli scorsi giorni uno dei leader europei non è stato così netto: il presidente francese Emmanuel Macron a fine febbraio non aveva escluso l'invio di truppe in Ucraina, e ieri è tornato a parlare di questa possibilità. "La Russia non può e non deve prevalere", e sull'invio di militari: "Due anni fa abbiamo detto che non avremmo mai inviato carri armati. L'abbiamo fatto".

Tajani oggi ha replicato: "Non so se ad incidere sia la campagna elettorale, che influenza l’atteggiamento di tanti leader alla prova del voto. Magari vuole evidenziare le differenze con partiti filorussi come quello della Le Pen. Ma noi siamo su tutt’altra posizione". Le elezioni europee di giugno si avvicinano, e l'attenzione sulla guerra in Ucraina è sempre più alta. Anche perché pochi mesi dopo ci saranno le elezioni negli Stati Uniti, che potrebbero portare a un secondo mandato di Donald Trump e a un allontanamento degli Usa dal supporto a Kiev. Hanno fatto scalpore le parole di Papa Francesco, che ha invitato negoziare e alzare la "bandiera bianca".

La Nato e l'Italia, secondo Tajani, al momento supportano una via di mezzo. Da una parte, nessuna bandiera bianca dall'Ucraina: "Siamo pronti ad ogni aiuto e non tentenniamo. E speriamo che Paesi come Iran e Cina non rafforzino la Russia con armamenti ed aiuti, perché è un pericolo enorme per tutto il mondo". Dall'altra, nessun intervento militare diretto che farebbe degenerare la situazione. E tantomeno una leva militare obbligatoria in Italia: "Assolutamente no. È vero che il nostro esercito ha un’età media piuttosto alta, ma certo non si risolve il problema con una leva a cui nessuno ha mai pensato".

Schlein: "Errore imperdonabile inviare soldati", Conte: "Strategia militare un fallimento"

Sul tema è intervenuta anche la segretaria del Partito democratico Elly Schlein: "Dobbiamo supportare come abbiamo sempre fatto il popolo ingiustamente invaso dell'Ucraina, ma sarebbe un errore imperdonabile partecipare direttamente mandando truppe sul suolo ucraino". L'Europa, ha detto Schlein, deve "esercitare un ruolo politico e diplomatico forte" per "una pace giusta alle condizioni che saranno gli ucraini a stabilire".

A margine di un incontro a Napoli, anche Giuseppe Conte ha commentato: "Vorremmo un governo che si concentrasse per prevenire ed evitare la terza guerra mondiale, che ormai è alle porte. La strategia militare si è rivelata completamente fallimentare, e adesso sta portando ad una escalation che noi avevamo previsto e denunciato". Secondo Conte da tempo "era necessario investire in sforzi diplomatici nel cercare un dialogo, per quanto difficile, e quindi un negoziato di pace. Invece non si vuole ammettere il fallimento che è sotto i nostri occhi, e adesso addirittura c'è il rischio del terzo conflitto mondiale".

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