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Sulla carta d’identità tornano ‘madre’ e ‘padre’: sparisce la dicitura ‘genitori’

Proprio come voleva il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, sulle carte d’identità torna la dicitura madre e padre al posto di genitori. Il decreto, firmato il 31 gennaio e pubblicato in Gazzetta Ufficiale, prevede che le informazioni riportate sulla carta d’identità elettronica dei minorenni abbiano la dicitura padre e madre indicando chi può richiedere il rilascio del documento.
A cura di Stefano Rizzuti
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Sulla carta d’identità ci sarà scritto ‘madre’ e ‘padre’ e non più genitore. Il provvedimento che prevede questa nuova dicitura per la carta di identità dei minorenni è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale, secondo quanto reso noto dal Viminale. Il decreto è firmato dal ministero dell’Interno, dal ministero della Pubblica amministrazione, e dal ministero dell’Economia. La data del provvedimento è quella del 31 gennaio 2019. In particolare, il decreto modifica il testo di un altro decreto del 23 dicembre 2015, con il quale veniva introdotta la dicitura ‘genitori’. Questo termine, con la nuova norma, verrà sostituto con padre e madre, secondo quanto viene previsto per le “modalità tecniche di emissione della carta d’identità elettronica”.

L’idea di tornare alla dicitura madre e padre era stata proposta durante lo scorso anno, già in estate, proprio dal ministro dell’Interno, Matteo Salvini. In quel caso, però, si sollevarono subito molti dubbi e proteste. Dell’Anci, così come del Garante della Privacy. E anche, infine, dei suoi alleati di governo del Movimento 5 Stelle. Secondo il Garante della Privacy, Antonello Soro, in particolare, questa dicitura potrebbe avere “effetti discriminatori”. Il suo parere era arrivato a fine 2018 su richiesta proprio del governo, che chiedeva di valutare se fosse possibile modificare le informazioni riportate sulla carta d’identità elettronica dei minorenni sull’indicazione di chi può richiedere il rilascio del documento.

Finora veniva previsto il nome dei genitori, mentre ora si fa riferimento al sesso e al ruolo dei genitori che vengono identificati come padre e madre: così facendo si escludono i genitori dello stesso sesso dalle possibili diciture. Questo ragionamento, con il rischio di discriminazioni, aveva portato il Garante ad opporsi, supportando così le motivazioni soprattutto dei figli adottati e dei minori che non hanno come genitori quelli biologici ma che esercitano il ruolo in seguito alla nascita all’estero o all’adozione.

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