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Opinioni

Sul Mes Draghi la pensa come Conte: e ora chi lo dice a Renzi?

Il Mes non è tra le priorità di Mario Draghi. Quando ci sarà un piano sulla sanità e il Parlamento avrà trovato un accordo se ne parlerà, ma fino a quel momento si rischia solo di buttare via i soldi, ha detto. E Matteo Renzi, che ne aveva fatto una questione di vita o di morte del Conte bis e che, una volta caduto il governo giallorosso, aveva definito il Mes come il punto di rottura, adesso cosa dirà?
A cura di Annalisa Girardi
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Per Mario Draghi prendere il Mes non è tra le priorità. Lo ha detto ieri sera in conferenza stampa, presentando il decreto Sostegni, svelando che il tema era stato anche al centro delle consultazioni con le forze politiche dopo la caduta del governo Conte: "Durante le consultazioni preliminari mi è stato chiesto da molti partiti cosa pensassi del Mes, ho risposto che occorre anche in questo essere pragmatici: al momento il livello dei tassi di interessi è tale che prendere il Mes non è prioritario". Ancora prima della formazione del nuovo governo, quindi, Draghi aveva subito messo in chiaro di non considerare il Mes prioritario per uscire dall'emergenza coronavirus: e Matteo Renzi, che aveva definito il fondo Salva Stati come punto di rottura con il governo giallorosso, adesso cosa dirà?

"Quando avremo un piano sulla sanità condiviso dal Parlamento e dall'opinione pubblica allora ci chiederemo se vale la pena, prenderlo senza avere un piano può significare buttare via i soldi", ha spiegato Draghi. Una posizione non troppo diversa da quella sostenuta da Giuseppe Conte che sul Mes aveva sempre rimesso la decisione finale in Parlamento, spiegando che personalmente fosse scettico sul Meccanismo europeo di stabilità in quanto accedervi avrebbe significato creare ulteriore debito da lasciare alle generazioni future. Meglio concentrarsi, per il momento, sulle risorse europee del Recovery Plan – diceva Conte -pur condividendo la necessità di riformare il Mes e renderlo uno strumento diverso.

Ma, nemmeno tre mesi fa, il leader di Italia Viva faceva del Mes una questione di vita o di morte, del governo si intende: o si prendeva il Mes, o era inutile andare avanti.

Ora Italia Viva, rispetto alle ultime dichiarazioni di Draghi, si limita a commentare attraverso un post sulle pagine social del partito: "Draghi ha ragione: prima di chiedere i soldi del Mes dobbiamo stabilire come spenderli. E Italia Viva ha pronto fin dalla scorsa estate un piano che mette a disposizione di tutto il governo".

È cambiato il presidente del Consiglio, ma la posizione sul Mes di fatto è rimasta la stessa: al momento non è tra le priorità e se servirà in futuro se ne parlerà in Parlamento. Renzi però ha smesso di chiederlo a gran voce, come del resto tante altre cose. E diventa sempre più chiaro come quello del Mes, che da presupposto fondamentale per la tenuta del governo è finito nel dimenticatoio nel giro di qualche settimana, non fosse che un pretesto. Uno scudo dietro al quale Renzi ha nascosto le sue vere intenzioni, che difficilmente il Paese avrebbe accettato in un momento di così profonda crisi: quello di eliminare Conte dalla scena politica e di mettere in fretta il punto a una pagina, quella giallorossa, che aveva i giorni contati fin dall'inizio.

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A Fanpage.it sono vice capoarea della sezione Politica. Mi appassiona scrivere di battaglie di genere e lotta alle diseguaglianze. Dalla redazione romana, provo a raccontare la quotidianità politica di sempre con parole nuove.
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